Indonesia: a Jakarta cattolici in festa per l’ordinazione di nove sacerdoti
"Spero con tutto il cuore che voi, novelli sacerdoti, sappiate estendere il vostro
servizio agli altri con i fatti, piuttosto che con le parole". È questo l'appello
lanciato da mons. Ignatius Suharyo Pr, arcivescovo di Jakarta, ai nove preti ordinati
il 22 agosto scorso nella parrocchia di Sant'Arnoldo a Bekasi, East Jakarta. La cerimonia
di ordinazione si è tenuta in una chiesa periferica della capitale con l'obiettivo
di incentivare le vocazioni fra i giovani seguendo l'esempio dei novelli sacerdoti.
"Si tratta di un compito essenziale - ha aggiunto il prelato - perché [essi] sono
chiamati a imitare Cristo, il più grande sacerdote della storia". Nei giorni scorsi
i cattolici della capitale hanno salutato l'ordinazione dei nuovi sacerdoti, otto
diocesani e uno della Congregazione del Cuore Immacolato di Maria (Cicm), che contribuiranno
al lavoro pastorale nella capitale indonesiana. Con il calo delle nascite, un fenomeno
che ha investito anche l'Indonesia sebbene in tono minore rispetto all'Europa, diminuiscono
anche le famiglie con figli che scelgono la vita consacrata. In passato, soprattutto
negli anni '70, era consuetudine che ogni casa - in particolare a Java - avesse molti
figli, fino a 10 e oltre. Tuttavia, nel recente passato si è registrata una decisa
inversione di tendenza, con al massimo due o tre figli per nucleo familiare. Fra le
ragioni che spiegano il fenomeno, l'aumento del costo della vita e gli ostacoli a
livello sociale e finanziario, che finiscono per colpire le famiglie più numerose.
Soprattutto le rette scolastiche e il costo dei libri e del materiale correlato finiscono
per incidere sul bilancio; tanto che molti si vedono costretti a svendere beni, case,
proprietà o terreni pur di dare un'istruzione alla prole. In questo contesto difficile
emerge il modello del seminario minore Wacana Bhakti, di proprietà dell'arcidiocesi
di Jakarta. Attivo da oltre 25 anni grazie all'impegno dei gesuiti e dei sacerdoti
diocesani della capitale, esso garantisce possibilità di studio e formazione anche
ai meno abbienti, così come il vicino Gonzaga College Senior High School, anch'esso
gestito dai cattolici. Molte famiglie cattoliche di Jakarta affidano a questi due
istituti la formazione scolastica dei figli, con lezioni regolari al mattino secondo
il curriculum previsto dal ministero dell'Istruzione. Al pomeriggio, invece, si tengono
corsi di latino, inglese, Sacre Scritture, Storia della Chiesa e altre materie legate
alla tradizione cristiana. In Indonesia, nazione musulmana più popolosa al mondo,
i cattolici sono una piccola minoranza composta da circa sette milioni di persone,
pari al 3% circa della popolazione totale. Nella sola arcidiocesi di Jakarta, i fedeli
raggiungono il 3,6% della popolazione. La Costituzione sancisce la libertà religiosa,
tuttavia la comunità è vittima di episodi di violenze e abusi, soprattutto nelle aree
in cui è più radicata la visione estremista dell'islam, come ad Aceh. Essi sono una
parte attiva nella società e contribuiscono allo sviluppo della nazione o all'opera
di aiuti durante le emergenze, come avvenuto per in occasione della devastante alluvione
del gennaio scorso. (R.P.)