Mare solidale: l’esperienza dello stabilimento “L’Arca” di Ostia
“Un’alternativa per tutti”: è lo slogan dello stabilimento balneare “L’Arca” di Ostia,
legato alla Caritas di Roma. La struttura, gestita dalla cooperativa “Roma Solidarietà”,
accoglie anziani soli e famiglie indigenti che altrimenti non potrebbero permettersi
una vacanza al mare. Ad animare lo stabilimento sono giovani volontari che arrivano
da tutta Italia. Per una testimonianza su questa struttura, al traguardo dei 10 anni
di attività, Alessandro Gisotti ha intervistato Gennaro Di Cicco, responsabile
per la Caritas dell’Arca:
R. – La Caritas
ha tenuto conto di due aspetti: quello di fronteggiare la solitudine soprattutto estiva
degli anziani ma anche dei bambini, che in qualche modo fanno riferimento agli oratori
romani; e nei mesi invernali - per non lasciare la struttura chiusa - l’ospitalità
di donne che ad Ostia dimorano in strada. Quindi, pur essendo un’attività stagionale,
si contraddistingue per questa apertura annuale. L’obiettivo è ovviamente solidaristico:
quello di far trascorrere a centinaia di anziani delle ore in serenità che - in accordo
con il comune e con la provincia di Roma - vengono accolti da numerosi volontari all’Arca;
e poi nel periodo invernale questa attività di accoglienza notturna.
D. –
Che cos’è che lo rende diverso dagli altri stabilimenti?
R. – L’unicità dello
stabilimento è caratterizzata dal fatto che ogni giorno sono presenti dai 30 ai 40
volontari provenienti da tutta Italia e che ci aiutano nella gestione. È un volontariato
“di spiaggia”. Quello che chiediamo ai volontari è di aiutarci nelle relazioni, anche
lo spazio in riva al mare non deve assolutamente diventare uno spazio anonimo. È anche
una possibilità per tante persone che sono in difficoltà economica di accedere gratuitamente
allo stabilimento. È veramente un’alternativa per tutti, una spiaggia offerta soprattutto
a chi non può garantirsi la vacanza.
D. – Ovviamente, sia per i volontari che
per gli anziani o le famiglie che vengono all’Arca, c’è qualcosa che resta…
R.
– Anche se sono gruppi di volontari provenienti da altre città di Italia, il contatto
con l’anziano che hanno conosciuto sotto l’ombrellone resta. Questo è molto bello
perché ci sono rapporti che durano ormai da diversi anni tra volontari ed anziani
ospiti.