Colloqui in corso per la riunificazione delle famiglie coreane. Denuncia dell'Onu
sui campi di tortura nel Nord
Sono ripartiti i colloqui tra Corea del Nord e Corea del Sud sul processo di riunificazione
delle famiglie divise dalla guerra degli anni ’50. Gli incontri sono promossi anche
dal presidente della Croce Rossa Internazionale, Peter Maurer, in visita nella penisola
in questi giorni. La notizia, senz’altro positiva, stride con il recente allarme lanciato
dall’Onu sulle carceri speciali di Pyongyang, delle quali la Nord Corea nega l’esistenza,
in cui avverrebbero maltrattamenti e torture di ogni genere. Giancarlo La Vella
ne ha parlato con Francesco Sisci, esperto di Estremo Oriente del Sole 24 Ore:
R. – Questo
credo che sia solo la rivelazione ultima di quello che già si sapeva, cioè che la
situazione delle prigioni e della repressione in Corea del Nord va avanti come se
non fosse cambiato niente da 50 anni o 60 anni a questa parte. Ci sono cioè situazioni
quasi da campi di concentramento nazisti nel Paese, a dispetto di qualunque pressione
internazionale e a dispetto dell’evoluzione stessa della situazione mondiale. Detto
questo, però, forse dovremmo dire anche qualcos’altro, perché non è tutto negativo.
Nelle ultime due settimane c’è stata qualche schiarita con l’arrivo a Pechino del
maresciallo Chonk, che è il grande consigliere del presidente Kim Jong-un. Sembra
che Pyongyang voglia ritornare a dei colloqui a sei sulla denuclearizzazione.
D.
– Tornando alla situazione di questi che sono veri e propri campi di tortura, chi
sono le vittime di questa azione altamente lesiva dei diritti umani?
R. – Non
c’è bisogno di pensare a dissidenti politici, la soglia del dissenso politico in Corea
del Nord è molto bassa. Spesso si tratta di persone che solo accidentalmente sono
incorse nelle ire dei potenti di turno.
D. – Una notizia invece positiva viene
dalla ripresa dei colloqui tra Seoul e Pyongyang sulla riunificazione delle famiglie
coreane divise dalla guerra di Corea...
R. – Sì, questo è un segno positivo
e bisognerà vedere le evoluzioni, cosa - credo - estremamente difficile, perché sono
tantissime famiglie e sono divisioni che durano decenni.