2013-08-23 14:30:01

Al Meeting di Rimini una mostra parla dell’inscindibile legame tra l’Armenia e la fede cristiana


Il Meeting di Rimini il cui tema quest’anno è stato: “Emergenza uomo” ha offerto uno spazio espositivo speciale all’Armenia, terra di cultura antichissima e prima nazione ad abbracciare il cristianesimo. Titolo della mostra curata da Graziella Vigo: “Armenia, culla della cristianità”. Luca Collodi ne ha parlato con Mikayel Minasyan, ambasciatore residenziale dell'Armenia presso la Santa Sede:RealAudioMP3

D. – L’Armenia ha una storia molto particolare vissuta ai confini di una serie di grandi imperi: l’Impero romano, l’Impero persiano, quello arabo, l’ottomano, ma anche quello russo. E’ un popolo che però ha avuto una grande resistenza. La fede quanto ha contato in questo vostro mantenere l’identità cristiana?

R. – E’ molto difficile per un armeno esprimere cosa vuol dire essere armeno e non essere cristiano: non ci sono armeni non cristiani; se non sei cristiano, non sei più armeno.

D. – Perché questo forte collegamento tra fede e identità?

R. – Perché noi siamo un popolo molto antico, ma abbiamo sempre vissuto in un andirivieni, in un crocevia. L’unico modo per mantenere la nostra identità è stato l’attaccamento ai nostri valori. I nostri valori sono quelli che adesso noi chiamiamo valori cristiani. Lei deve capire anche che il popolo armeno non è un popolo attaccato al territorio, perché in realtà il territorio per noi è tutto il mondo. Ora siamo più o meno 3 milioni in Armenia e, secondo le statistiche, nove milioni nel mondo.

D. – Come vedete, con questa cultura, con questa fede, il momento che sta attraversando l’Occidente?

R. – Non è un caso che la mostra sull’Armenia e sul Nagorno Karabakh sia ospitata dal Meeting di Rimini del 2013, perché il Meeting è sull’uomo, sull’uomo nel mondo moderno, sul ritrovarsi dell’uomo. Noi guardiamo con gioia a questo tentativo dell’Europa di ritrovare se stessa, perché viviamo una realtà dove l’uomo è al centro dell’Universo. Siccome – ripeto – non avevamo uno Stato forte, non avevamo una filosofia politica forte, tutto ciò che avevamo era l’essere umano, la famiglia, i valori. Noi diciamo che, andando verso il futuro insieme, troveremo i nostri antichi valori, i nostri veri valori e con questi sarà più facile vivere.

D. – Che tipo di Chiesa troviamo in Armenia?

R. – E’ una Chiesa che aiuta a pensare, è una Chiesa che aiuta a pregare, forse una Chiesa molto all’antica; dal punto di vista architettonico è una Chiesa molto più solida, molto più robusta, perché costruita in modo tale da non essere distrutta: è una chiesa scavata nella roccia, è una Chiesa molto, molto sobria; è una Chiesa, se vogliamo, che sa di nonna e nello stesso tempo che sa d’infanzia.







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