Si è concluso il pellegrinaggio dei giovani cattolici di lingua ebraica sulle orme
di San Paolo
Si è concluso lunedì a Roma il pellegrinaggio de "I fiori del deserto", un gruppo
giovanile cattolico di lingua ebraica. I ragazzi hanno ripercorso i passi dell'apostolo
Paolo fino a Roma e hanno poi fatto ritorno in Israele. Davide Pagnanelli
ha sentito Benedetto di Bitonto, il seminarista che li ha accompagnati, sull'esito
dell'iniziativa e sull'interessante mondo della pastorale in lingua ebraica:
R. – La prima
difficoltà è proprio quella linguistica, perché noi ci troviamo a svolgere un lavoro
pastorale in una lingua che non è nata per rispondere alle esigenze del cristianesimo:
la lingua ebraica è una lingua assolutamente funzionale alla mentalità, alla cultura
ed anche alla religione ebraica. Da 60 anni a questa parte, quindi, la comunità è
impegnata in una traduzione o in una versione in ebraico di tutto ciò che ha a che
fare con la fede cristiana cattolica. Siamo costretti a coniare noi alcuni termini,
per rispondere alle nostre esigenze. La difficoltà, forse, può essere quella di costituire
un gruppo di minoranza, all’interno della minoranza cristiana. Siamo una comunità
molto, molto piccola e i nostri fratelli sono tutti arabi e quindi hanno già una tradizione
che conta svariati secoli. Noi siamo piccoli, pochi e anche giovani.
D. – Quali
sono i vostri rapporti con la Chiesa araba?
R. – I rapporti sono molto fraterni.
Io sono seminarista nel Patriarcato latino, che è tutto arabo: vi studiano giovani
per la maggior parte giordani, ma poi anche palestinesi o arabi della Galilea. Abbiamo
un rapporto molto, molto buono.
D. – Parlaci del gruppo giovanile “I fiori
del deserto”. Cos’è e quando è nato?
R. – “I fiori del deserto” sono nati tre
anni fa, in preparazione alla Giornata mondiale della gioventù di Madrid. Mi fu chiesto,
insieme a padre Apollinari, di cominciare a coagulare i giovani sparpagliati nelle
nostre piccole comunità. Noi siamo sparsi in sette diverse comunità e da questi incontri
mensili, che abbiamo fatto in preparazione di Madrid, è venuto fuori un gruppo molto
bello, fresco, fraterno, con il desiderio di continuare. Di ritorno da quell’esperienza,
quindi, abbiamo rilanciato la proposta di continuare un cammino fisso, sempre a scadenze
mensili, e i ragazzi hanno accettato. Nel corso dei mesi se ne sono aggiunti sempre
altri, per cui oggi contiamo un numero di giovani che varia dai 20 ai 25, forse anche
30. Lo scopo è quello di continuare a stare insieme e di rafforzarci nella fede. Per
molti di loro, infatti, questa esperienza di gruppo, una volta al mese, è l’unico
modo che hanno per consolidare la propria identità e la propria fede cristiana. Noi
cerchiamo alla fine di ogni percorso annuale di proporre loro un’esperienza all’estero
e quest’anno, nell’Anno della fede, ci sembrava opportuno ripercorrere il cammino
degli apostoli, che da Gerusalemme sono venuti ad offrire la loro vita per il Vangelo,
nella grande capitale mondiale che era Roma.