Francia. L’Oeuvre d’Orient organizza tre mostre dedicate ai cristiani orientali
Far conoscere meglio i cristiani d’Oriente: con questo obiettivo, l’Oeuvre d’Orient,
associazione cristiana francese dedita all’aiuto dei fedeli delle regioni orientali,
ha organizzato tre mostre allestite in diverse città della Francia. La prima, intitolata
“La grande avventura dei cristiani d’oriente”, visitabile fino al 16 ottobre, racconta
la nascita della Chiesa di Gerusalemme, inclusa la separazione e la riconciliazione
con la Chiesa di Roma, spiegandone le diverse tradizioni ed i diversi riti come il
maronita, il caldeo, il copto o il melchita. In particolare, il 13 ottobre a La Rochelle
la mostra vedrà la celebrazione di una Messa in rito maronita nella Cattedrale di
San Luigi, concelebrata da mons. Bernard Housset, vescovo locale, e da mons. Nasser
Gemayel, vescovo dell’Eparchia di Nostra Signora del Libano dei maroniti. La seconda
esposizione è invece dedicata al tema “Armenia, la fede delle montagne”: visitabile
a Carnac fino al 31 agosto, la mostra descrive la storia del primo Stato cristiano
al mondo, dato che l’Armenia è statoil primo Paese a convertirsi e abbracciare e ad
abbracciare ufficialmente il cristianesimo nel 301. Dopo Carnac, la rassegna artistica
si sposterà a Tours e a Lyone, fino al 26 settembre. Il primo settembre, invece, ad
Aiguebelle è possibile ammirare l’esposizione “Il mistero Copto”, ovvero un percorso
didattico alla scoperta della cultura copta, che oggi conta 10 milioni di fedeli,
per lo più ortodossi. Infine, qualche dato su L’Oeuvre d’Oriente: presente in ventitré
Paesi, tra cui alcuni del Corno d’Africa e dell’Europa Orientale, questa associazione
si dedica principalmente a tre missioni, ovvero l’educazione, la promozione sociale
e l’azione pastorale. Sostenuta dall’aiuto di 100mila donatori, l’Opera sostiene a
sua volta l’azione pastorale di vescovi e sacerdoti di circa dodici Chiese orientali
cattoliche e di oltre sessanta congregazioni religiose. Istituita nel 1856, l’associazione
è stata riconosciuta da Papa Pio IX nel 1858 e oggi è sotto la protezione dell'Arcivescovado
di Parigi. (I.P.)