Egitto: scarcerato l'ex presidente Mubarak, cortei di protesta al Cairo
Gli occhi della comunità internazionale sono puntati anche sull’Egitto, dove oggi
è stato scarcerato Hosni Mubarak. L'ex presidente è stato trasferito nell'ospedale
militare di Maadi, a Sud del Cairo, a causa delle sue condizioni di salute; in un
secondo tempo dovrebbe recarsi in una sua villa a Sharm el Sheik, sul Mar Rosso, per
rimanere agli arresti domiciliari fino ad una nuova sentenza che potrebbe ridargli
la libertà definitiva. Cortei di protesta sono in corso al Cairo. Ma l’uscita dalla
prigione dell’ex raìs può portare a nuove divisioni nello scenario politico egiziano?
Davide Maggiore lo ha chiesto al giornalista freelance Cristiano Tinazzi,
che si trova al Cairo:
R. – E’ probabile:
la situazione ha portato anche il fronte di Tamarod (anti-Morsi) a dividersi, perché
alcuni gruppi – come l’Unione dei Giovani Rivoluzionari - hanno deciso di rimanere
con i militari. Ieri parlavo con uno dei loro leader che non riteneva essere così
determinante la liberazione di Mubarak, quanto lo “schiacciare” il problema del terrorismo.
Questo però crea ancora più confusione nel panorama politico egiziano perché sembra
quasi una guerra di “tutti contro tutti”, dove i militari hanno saldamente in mano
il potere e hanno però l’appoggio di una parte della popolazione che magari non scende
in piazza, ma che si sente più sicura con i militari nelle strade, a presidiare gli
incroci… Quindi, gli stanno dando carta bianca.
D. – Quindi, almeno per il
momento, non possiamo dire che i militari stiano perdendo consenso?
R. – Credo
che ci sia da fare dei distinguo: da una parte ci sono gli attivisti veri e propri
che si sono compattati sotto il fronte anti-Morsi scendendo in piazza; dall'altra
parte c'è la popolazione normale, i normali cittadini che non hanno velleità politiche
e che comunque non sembrano così sconvolti dalla situazione che si sta prospettando
in Egitto. Anche l’accusa nei confronti di El Baradei è stata vista da molti – anche
persone legate a Tamarod – come qualcosa che non è così rilevante: sono convinti che
comunque non andrà avanti.
D. – E’ possibile che la scarcerazione di Mubarak
possa dare nuova vitalità e nuovo impulso a quello che è diventato noto come il Movimento
dei giovani di Piazza Tahrir che in queste ore ed in questi giorni era invece sembrato
ai margini?
R. – Sicuramente. Sembra che i militari stiano riportando l’Egitto
ad uno stato precedente alla rivoluzione, però si rischia veramente di creare uno
scollamento da quello che è il resto della popolazione. E' sempre aperta la questione
del terrorismo che ormai è diventato motivo imperante in Egitto.
D. – E’ arrivata
nelle scorse ore la notizia che l’Unione Europea ha deciso di bloccare l’invio di
armi verso l’Egitto. Quanto è efficace questo approccio, considerando che l’Egitto
ha altre fonti anche da questo punto di vista?
R. – Adesso, con l’aiuto che
sta arrivando dall’Arabia Saudita e da altri Paesi del Golfo, l’Egitto non ha problemi
di questo tipo, per l’approvvigionamento di armi o di materialeche possono
utilizzare i servizi di sicurezza del Paese. Credo che sia abbastanza velleitaria
questa decisione e non credo ci saranno ripercussioni da questo punto di vista.