Egitto: nuovi arresti tra i Fratelli musulmani. Il Patriarcato copto-cattolico:
non è guerra di religione
Nell’Egitto, sconvolto da un durissimo confronto tra Fratellanza Musulmana e militari,
prosegue l’ondata di arresti fra gli esponenti del movimento islamista. Critiche per
l’arresto della guida suprema, Mohamed Badie, sono venute dagli Stati Uniti che oggi
decideranno sugli aiuti militari al Cairo. E nelle prossime ore anche l’Europa deciderà
su eventuali sanzioni per l’Egitto. Secondo l’Alto rappresentate per la politica estera,
Catherine Ashton, l’Ue lavora per una “road map” per la democrazia. Il servizio di
Marco Guerra:
Le forze di
sicurezza egiziane hanno arrestato altri due dirigenti dei Fratelli Musulmani. Il
predicatore, Safwat Hegazy, è stato bloccato nei pressi del confine con la Libia.
Mourad Ali, portavoce del Partito "Libertà e Giustizia", braccio politico del movimento
religioso, è stato invece intercettato all'aeroporto del Cairo, mentre stava per prendere
un volo per Roma, nonostante il divieto di espatriare. Un'altra ondata di arresti
avvenuta nei Sinai: si tratta di 68 persone, fra cui otto palestinesi, che sarebbero
coinvolte nella strage di 25 poliziotti avvenuta due giorni fa nei pressi del valico
con Gaza. E resta in carcere la guida spirituale della fratellanza, Mohamed Badie,
fermato ieri con l'accusa di istigazione all'omicidio. Un reato di cui si sarebbe
macchiato anche in un messaggio, sequestrato dalle autorità, che doveva essere pubblicato
domani. Intanto, c’è attesa per provvedimenti che potrebbero prendere oggi Stati
Uniti e Europa. Nelle prossime ore si riuniranno, infatti, Consiglio di sicurezza
nazionale americano e Consiglio dei ministri degli esteri Ue. Tuttavia, l’Arabia saudita
e gli alleati del Golfo si dicono pronti a compensare anche eventuali sanzioni occidentali.
E
oggi mons. Youhannes Zakaria, vescovo copto cattolico di Luxor, ringrazia “coloro
che da tutto il mondo hanno voluto esprimere la loro solidarietà con il popolo egiziano”.
Intanto, la Chiesa egiziana è impegnata a portare il suo sostegno alle comunità cristiane
colpite dagli attacchi dei giorni scorsi. Sentiamo, al microfono di Antonella Palermo,
il commento di padre Hani Bakhoum, segretario del Patriarcato copto-cattolico
al Cairo:
D. – Si pensa
che questo sia un conflitto politico ma non è assolutamente così. Questa è una guerra
di tutti gli egiziani – cristiani e musulmani – insieme, con una sola mano, contro
il terrorismo. Per fare cadere il Paese e mandarlo in rovina viene creato un conflitto
ulteriore, una guerra all’interno fra cristiani e musulmani. Hanno bruciato le chiese
perché pensavano che i cristiani avrebbero reagito. Ringraziamo il Signore per le
nostre autorità religiose, sia il Papa Tawadros che il nostro Patriarca Ibrahim Sah,
perché entrambi hanno affermato: “Questo non è un conflitto religioso e i nostri problemi
non sono con i musulmani”. Ecco perché i cristiani non sono caduti in questa trappola
e non solo non hanno chiesto la protezione dall’estero, ma hanno detto: “Noi non vogliamo
la protezione dall’estero: chiediamo protezione al nostro governo, ai militari, alla
polizia; noi siamo cittadini”.
D. – Come il Patriarcato copto-cattolico sta
cercando in questi giorni di aiutare i cristiani?
R. – Prima di tutto noi stiamo
cercando di essere molto vicini al nostro popolo. Io, personalmente, quasi tutto il
giorno sto girando da un posto all’altro per consolare la gente, per essere a lei
vicino. La nostra missione è stare in mezzo al popolo, perché noi siamo il popolo:
la Chiesa è il popolo di Dio. Ora è il momento di scendere e di stare in mezzo al
suo corpo. Noi siamo un solo corpo. Questa è la prima cosa che stiamo dando: un aiuto
spirituale, morale. Certo servono altri aiuti. Abbiamo questo Ufficio dello sviluppo
e stiamo cercando di stilare una statistica di tutti i danni, per poter ricostruire
e poter aiutare. I danni, infatti, sono veramente tanti. Noi siamo ottimisti e abbiamo
speranza nel domani. Confidiamo nel Signore, che farà uscire anche da questa situazione
drammatica un bene per quelli che lo amano.