2013-08-21 14:29:24

Egitto: nuovi arresti tra i Fratelli musulmani. Il Patriarcato copto-cattolico: non è guerra di religione


Nell’Egitto, sconvolto da un durissimo confronto tra Fratellanza Musulmana e militari, prosegue l’ondata di arresti fra gli esponenti del movimento islamista. Critiche per l’arresto della guida suprema, Mohamed Badie, sono venute dagli Stati Uniti che oggi decideranno sugli aiuti militari al Cairo. E nelle prossime ore anche l’Europa deciderà su eventuali sanzioni per l’Egitto. Secondo l’Alto rappresentate per la politica estera, Catherine Ashton, l’Ue lavora per una “road map” per la democrazia. Il servizio di Marco Guerra:RealAudioMP3

Le forze di sicurezza egiziane hanno arrestato altri due dirigenti dei Fratelli Musulmani. Il predicatore, Safwat Hegazy, è stato bloccato nei pressi del confine con la Libia. Mourad Ali, portavoce del Partito "Libertà e Giustizia", braccio politico del movimento religioso, è stato invece intercettato all'aeroporto del Cairo, mentre stava per prendere un volo per Roma, nonostante il divieto di espatriare. Un'altra ondata di arresti avvenuta nei Sinai: si tratta di 68 persone, fra cui otto palestinesi, che sarebbero coinvolte nella strage di 25 poliziotti avvenuta due giorni fa nei pressi del valico con Gaza. E resta in carcere la guida spirituale della fratellanza, Mohamed Badie, fermato ieri con l'accusa di istigazione all'omicidio. Un reato di cui si sarebbe macchiato anche in un messaggio, sequestrato dalle autorità, che doveva essere pubblicato domani. Intanto, c’è attesa per provvedimenti che potrebbero prendere oggi Stati Uniti e Europa. Nelle prossime ore si riuniranno, infatti, Consiglio di sicurezza nazionale americano e Consiglio dei ministri degli esteri Ue. Tuttavia, l’Arabia saudita e gli alleati del Golfo si dicono pronti a compensare anche eventuali sanzioni occidentali.


E oggi mons. Youhannes Zakaria, vescovo copto cattolico di Luxor, ringrazia “coloro che da tutto il mondo hanno voluto esprimere la loro solidarietà con il popolo egiziano”. Intanto, la Chiesa egiziana è impegnata a portare il suo sostegno alle comunità cristiane colpite dagli attacchi dei giorni scorsi. Sentiamo, al microfono di Antonella Palermo, il commento di padre Hani Bakhoum, segretario del Patriarcato copto-cattolico al Cairo:RealAudioMP3

D. – Si pensa che questo sia un conflitto politico ma non è assolutamente così. Questa è una guerra di tutti gli egiziani – cristiani e musulmani – insieme, con una sola mano, contro il terrorismo. Per fare cadere il Paese e mandarlo in rovina viene creato un conflitto ulteriore, una guerra all’interno fra cristiani e musulmani. Hanno bruciato le chiese perché pensavano che i cristiani avrebbero reagito. Ringraziamo il Signore per le nostre autorità religiose, sia il Papa Tawadros che il nostro Patriarca Ibrahim Sah, perché entrambi hanno affermato: “Questo non è un conflitto religioso e i nostri problemi non sono con i musulmani”. Ecco perché i cristiani non sono caduti in questa trappola e non solo non hanno chiesto la protezione dall’estero, ma hanno detto: “Noi non vogliamo la protezione dall’estero: chiediamo protezione al nostro governo, ai militari, alla polizia; noi siamo cittadini”.

D. – Come il Patriarcato copto-cattolico sta cercando in questi giorni di aiutare i cristiani?

R. – Prima di tutto noi stiamo cercando di essere molto vicini al nostro popolo. Io, personalmente, quasi tutto il giorno sto girando da un posto all’altro per consolare la gente, per essere a lei vicino. La nostra missione è stare in mezzo al popolo, perché noi siamo il popolo: la Chiesa è il popolo di Dio. Ora è il momento di scendere e di stare in mezzo al suo corpo. Noi siamo un solo corpo. Questa è la prima cosa che stiamo dando: un aiuto spirituale, morale. Certo servono altri aiuti. Abbiamo questo Ufficio dello sviluppo e stiamo cercando di stilare una statistica di tutti i danni, per poter ricostruire e poter aiutare. I danni, infatti, sono veramente tanti. Noi siamo ottimisti e abbiamo speranza nel domani. Confidiamo nel Signore, che farà uscire anche da questa situazione drammatica un bene per quelli che lo amano.







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