2013-08-20 12:32:37

20.mo del Catechismo: la risurrezione della carne


Il Catechismo della Chiesa Cattolica dedica pagine importanti al tema della risurrezione della carne. Il nostro corpo, sottolinea il Catechismo, è come un seme che attraverso la morte sarà trasformato in un corpo perfetto. Proprio sul tema della risurrezione della carne si sofferma padre Dariusz Kowalczyk, nella 40.ma puntata del suo ciclo di riflessioni dedicate ai 20 anni dalla pubblicazione del Catechismo:RealAudioMP3

I cristiani professano non soltanto l’immortalità dell’anima umana, ma anche la risurrezione della carne. Sin dall’inizio questa verità, totalmente opposta alla filosofia greca, suscitava delle domande come per esempio tra i Corinzi: “Come risuscitano i morti? Con quale corpo verranno?” (1 Cor 15,35). L'Apostolo Paolo risponde facendo un paragone: “Ciò che tu semini non prende vita, se prima non muore. […] Così anche la risurrezione dei morti: si semina corruttibile e risorge incorruttibile, si semina un corpo animale, risorge un corpo spirituale” (1 Cor 15,36. 42-44).

Il nostro corpo sarebbe dunque un seme che sarà – attraverso la morte – trasformato in un corpo perfetto. Un corpo completamente nuovo, ma sempre il nostro, anzi, ancora più integrato con il nostro spirito, che il corpo terrestre.

La dottrina della risurrezione della carne non è però la fisica delle cose ultime. Dobbiamo ricordare che “quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, queste ha preparato Dio per coloro che lo amano” (1 Cor 2,9). La nostra speranza non sta nell’immaginare delle cose future, ma scaturisce dalla fiducia in Dio che vuole salvare l’uomo nella sua interezza. Tale volontà di Dio ci è stata rivelata nella risurrezione di Cristo. Perciò Gesù stesso disse: “Io sono la Risurrezione e la Vita” (Gv 1,25).

Il Catechismo ci insegna che “con la morte l’anima viene separata dal corpo, ma nella risurrezione Dio tornerà a dare la vita incorruttibile al nostro corpo trasformato, riunendolo alla nostra anima” (n. 1016). Quando succederà tutto questo? La Tradizione associa la risurrezione dei morti all’ultimo giorno, cioè alla Parusia di Cristo. Ci sono dei teologi però che propongono un'altra interpretazione dei dati scritturistici e parlano della risurrezione individuale subito dopo la morte. Come sarà? Vivremo, moriremo, vedremo.







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