Fondazione Ashpi: impegnarsi per l'inserimento dei disabili nel mondo del lavoro
In Italia solo il 16% delle persone con disabilità fra i 15 e i 74 anni lavora: è
il dato fornito dalla Fish, Federazione italiana superamento handicap. Sui ritardi
dell'Italia in materia di integrazione dei disabili nel mondo del lavoro, Federica
Baioni ha raccolto il parere di Andrea Magalotti, segretario generale di
Asphi onlus, fondazione che si occupa proprio di inserimento lavorativo dei disabili:
R. – Questo
è un problema abbastanza generale per il nostro Paese: le norme ci sono e sarebbero
abbastanza buone, ma l’attuazione è molto lenta. La stessa legge sulla flessibilità,
che è una buona legge e che è una delle poche – credo - che in Italia sia stata approvata
all’unanimità dal Parlamento, in termini applicativi poi è andata abbastanza a rilento.
Per quanto riguarda il lavoro, c’è sempre stata – e c’è – una certa resistenza da
parte delle aziende ad assumere persone con disabilità. Rispetto, però, ai tempi da
cui noi siamo partiti – oltre 30 anni fa – le cose sono molto migliorate. L’atteggiamento
non è più quello di una resistenza totale all’inserimento di persone con disabilità
in azienda, che c’era a quei tempi. Anche perché l’informatica aiuta molto da questo
punto di vista.
D. –Che cosa fa Asphi Onlus per aiutare un disabile ad inserirsi
nel mondo del lavoro?
R. – All’origine la nostra fu una sfida totale: quella
di mettere una persona non vedente in condizioni di fare il programmatore di calcolatori
elettronici. In realtà, attraverso l’aiuto della tecnologia dell’informazione e della
comunicazione questo è stato possibile: allora con strumenti rudimentali ed oggi con
strumenti come quello della sintesi vocale, che permettono alla persona non vedente
di ascoltare sostanzialmente i testi scritti su uno schermo. Cerchiamo di dare alle
persone con disabilità gli strumenti per potersi inserire nelle professioni informatiche,
che ormai sono tante, perché viviamo in un mondo tutto tecnologico, in cui l’informatica
e le comunicazioni permeano tutto. Quindi la prima cosa di cui ci preoccupiamo è quella
della preparazione; la seconda cosa è quella dell’inserimento in azienda – e qui abbiamo
contatti con molte aziende – e la proposta consiste nell’aiutarli a preparare l’ambiente
per accogliere una persona con disabilità. Non la si può inserire, infatti, in maniera
automatica e bisogna prepararla ad un ambiente di manager e tecnologie. Una terza
iniziativa, che noi chiamiamo “valorizzazione delle persone disabili in azienda”,
consiste invece nel cercare, nel momento in cui si hanno delle persone con disabilità
all’interno, di non dimenticarsene e di portarle avanti, facendogli "fare carriera"
come a tutte le altre persone, aggiornandole, tenendole al passo con quella che è
la tecnologia, con quella che è l’evoluzione del mondo e della società.