Non c’è pace per l’Iraq. Ieri l’ennesima giornata funestata da attacchi terroristici
con auto bomba che hanno causato 34 vittime in diversi quartieri di Baghdad. Il Paese
sta attraversando il periodo più violento dal 2008 anche a causa delle ripercussioni
della guerra settaria tra sciiti e sunniti che infiamma la vicina Siria. Il servizio
di Marco Guerra:
Le esplosioni
hanno colpito di nuovo i quartieri a maggioranza sciita di Baghdad, a dimostrazione
della montante guerra settaria che sta facendo ripiombare l’Iraq in uno dei periodi
più cruenti dal 2007-2008, bienni dello strisciante conflitto civile che insanguino
il Paese. Lo scorso luglio sono rimaste sul terreno oltre mille vittime, il peggior
bilancio mensile degli ultimi cinque anni, in un crescendo di violenze alimentate
da gruppi militanti sunniti sostenuti da al Qaeda. “Non permetteremo di trasformare
l’Iraq in un’altra Siria”, ha dichiarato ieri ministro degli interni iracheno. Monito
ribadito nelle stesse ore a Washington dal titolare degli esteri Zerbari nell’incontro
con il suo omologo statunitense Kerry. Dal canto suo, il segretario di Stato americano
ha ribadito l’impegno ad aiutare l’Iraq ad affrontare le ripercussioni del conflitto
siriano, fra cui il traffico di armi e passaggio di miliziani lungo la frontiera tra
i due paesi. A 18 mesi dal ritiro delle truppe Usa, l’Iraq torna infatti al centro
delle preoccupazioni dell’amministrazione Obama, che vede moltiplicarsi i fronti di
crisi in Medio Oriente.