Il commento di don Ezechiele Pasotti al Vangelo della Domenica
Nella 20.ma Domenica del Tempo ordinario, la liturgia ci presenta il passo del Vangelo
in cui Gesù rivolge ai suoi discepoli queste parole:
"Sono venuto a portare
il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso! C'è un battesimo che devo
ricevere; e come sono angosciato, finché non sia compiuto! Pensate che io sia venuto
a portare la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione".
Su questo
brano evangelico ascoltiamo una breve riflessione di don Ezechiele Pasotti,
prefetto agli studi nel Collegio Diocesano missionario “Redemptoris Mater” di Roma:
Questa parola,
piuttosto sconvolgente, ci coglie nel bel mezzo delle vacanze e ci obbliga ad una
riflessione. Siamo davanti alla pagina più drammatica dell’evangelista Luca e forse
anche alla più decisiva. Gesù è venuto a gettare fuoco sulla terra, per incendiare
la terra del fuoco di Dio, il fuoco della vita divina, che è lo Spirito Santo. E la
terra non è più come prima. Lì dove l’ombra del peccato e della morte impediva l’amore
– perché il peccato paralizza l’uomo, lo rende incapace di donarsi –, ora, mediante
il dono divino dell’Amore, anche l’uomo può farsi dono all’altro, dono al fratello,
ma anche al nemico. E questa è la divisione che il Signore porta tra gli uomini. È
la divisione tra chi ha questo fuoco dentro di sé e ama, ama al di sopra di tutto
e nonostante tutto. E perdona; e chi questo fuoco lo rifiuta, e non ama, non può amare,
vive nell’odio e nella solitudine. Gesù ha fatto della sua vita un battesimo. Le “grandi
acque” del peccato e della morte si sono rovesciate su di Lui, nel tentativo di estinguere
l’Amore di Dio, ma non hanno vinto. A questo odio il Signore ha risposto – e continua
a rispondere oggi con la vita di tanti cristiani, innamorati di Dio e dell’uomo –
con l’amore, donando la pace del perdono. Questa è la grazia del battesimo, della
vita divina in noi, che il mondo attende e desidera. Mangiamo questo amore nell’Eucaristia
perché possiamo testimoniarlo con la vita.