Siria: nessuna certezza sulla sorte di padre Dall’Oglio scomparso nel Paese
C’è apprensione per la sorte di Padre Paolo Dall’Oglio, scomparso da alcune settimane
in Siria. Ieri la notizia della sua morte era apparsa su un sito arabo. “Nessuna conferma,
stiamo ancora valutando le informazioni”: così, padre Ciro Benedettini, vicedirettore
della Sala Stampa vaticana. Cautela dalla Farnesina. Fonti dell’opposizione siriana
ribadiscono invece che il religioso si trova nelle mani di Al Qaeda. Intanto nella
regione dove padre Dall’Oglio sarebbe stato rapito si continua a manifestare per la
sua liberazione. Il servizio di Marina Calculli: Nei pressi di
Raqqa le manifestazioni popolari sono riprese massivamente, stavolta però contro i
gruppi jihadisti che controllano gran parte della fascia nord della Siria, al confine
con la Turchia. La gente chiede la liberazione di Padre Paolo Dall’Oglio, che proprio
a Raqqa era stato rapito il 28 luglio scorso, e quella di tutti i prigionieri detenuti
dal Fronte al-Nousra e dal cosiddetto “Stato Islamico per l’Iraq e il Levante”. Nella
provincia di Deir al-Zor, inoltre, ieri un combattimento violentissimo tra i gruppi
jihadisti e l’esercito fedele al regime di Asad, ha provocato oltre 60 morti. Nel
frattempo l’Esercito Siriano Libero, principale gruppo dell’opposizione siriana, avanza
verso alcuni villaggi della provincia di Lattakia. Il generale Selim Idris, capo dei
ribelli, ha fatto qui una visita, in quella che è tradizionalmente considerata “la
terra di Asad”. A pochi chilometri infatti c’è il villaggio natale di Hafiz, padre
di Bashar, e di qui proviene gran parte della famiglia al potere. Si riapre infine
il dossier “armi chimiche”. Dopo una serie di divergenze tra l’Onu e il governo di
Damasco, ieri il palazzo di vetro ha annunciato che un’equipe è in partenza per la
Siria per cominciare a indagare quando e da chi sono state usate armi chimiche contro
i civili.