2013-08-12 14:44:56

Dramma dell'immigrazione a Catania. Mons. Perego: responsabile anche politica internazionale


Papa Francesco ha seguito con “grande preoccupazione” la vicende di Catania, dove sabato scorso sei migranti provenienti dall’Egitto sono morti mentre cercavano di sbarcare in Italia. Lo ha riferito il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, che ha ricordato come per il Papa, “la situazione dei migranti è sempre tra quelle in cima ai suoi pensieri”. A poco più di un mese dal viaggio apostolico a Lampedusa, molti sono i temi ancora aperti sulla questione, come ci spiega mons. Giancarlo Perego, direttore generale della fondazione “Migrantes” della Cei, al microfono di Michele Raviart.RealAudioMP3

R. – I morti di Catania sono un segnale di una migrazione forzata che continua, e che ha non solo il Nord Africa come riferimento ma sempre di più anche il Medio Oriente. Si parla di siriani, di egiziani, si parla di due Paesi da cui possono provenire, nei prossimi mesi, molti rifugiati e richiedenti asilo. Alcune di queste persone avevano tentato più volte di fare questo viaggio. Questo fa pensare, effettivamente, che se questo esodo non viene accompagnato dai canali umanitari diventa fonte di guadagno per le mafie internazionali e per i trafficanti di persone.

D. – Citando proprio le parole di Papa Francesco a Lampedusa: “Chi è il responsabile del sangue di questi fratelli?”.

R. – Certamente una politica internazionale che non è stata attenta in questi anni a favorire processi democratici in alcuni Paesi e anzi ha alimentato - con la vendita delle armi e con una serie di altre azioni economiche - una situazione drammatica che ha determinato questo cammino, questa partenza.

D. – Infatti, sotto accusa c’è l’impianto legislativo generale di accoglienza per gli immigrati. Di cosa c’è bisogno?

R. – Dal 2015 entrerà in vigore il programma ”Asilo europeo”: sarà certamente uno strumento importante ma avrà bisogno chiaramente di un rafforzamento di tutti quei programmi - anche di accoglienza e di cooperazione internazionale - che in questi ultimi anni hanno visto una drastica diminuzione di contributi da parte dei Paesi del Continente europeo. Il programma ”Asilo europeo” chiederà ad ogni Stato una precisa programmazione anche di accoglienza, cosa che manca completamente in Italia che sappiamo ha un buon programma, lo Sprar - Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati - che purtroppo non è organico ma legato ai finanziamenti dell’8 x mille allo Stato.

D. – Papa Francesco è stato a Lampedusa di recente e ha pregato perché queste “barche di speranza” non diventino “barche di morte”. Quali conseguenze ha lasciato questo viaggio?

R. – Questo viaggio ha sollecitato anche le nostre comunità cristiane ad una maggiore responsabilità; anche ad una maggiore pressione sul piano politico e sociale affinché i diritti delle persone in fuga siano tutelati. Ha anche rafforzato sempre di più l’idea di fare del nostro Paese veramente un Paese importante nel contesto europeo, una frontiera che non sia una barriera ma una porta di ingresso dove le persone vengono incontrate, conosciute ed accompagnate.







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