Oltre 30 milioni di elettori argentini alle urne per le elezioni primarie, le seconde
nella storia politica del paese, in vista delle parlamentari del prossimo ottobre.
Il voto costituisce un test cruciale anche per le presidenziali del 2015 e per il
governo di Cristina e Kirchner. Per la prima volta votano i sedicenni. Il servizio
da Buenos Aires di Francesca Ambrogetti:
Primarie aperte
in Argentina per la seconda volta nella storia política del paese. Oltre 30 milioni
gli elettori chiamati alle urne per scegliere i candidati dei diversi partiti in vista
della parlamentari di ottobre. Molti le definiscono un grande sondaggio, non solo
per il prossimo appuntamento ma per le presidenziali del 2015. La posta in gioco è
alta per il governo di Cristina Kirchner. E per un modelo economico e sociale che
ha consentito il paese di uscire dalla gravissima crisi del 2002. Ma che deve ancora
passare l’esame in molti settori. Inflazione, criminalità e corruzione son alcuni
dei punti deboli sui quali battono gli oppositori per recuperare il terreno perduto
nel 2010, quando l’attuale presidente ha ottenuto la rielezione con il 54% del voti.
La partita chiave si gioca all’interno del peronismo nella provincia di Buenos Aires.
E’ il più grande stato argentino con quasi il 40% degli elettori. I sondaggi parlano
di pareggio tecnico tra il candidato del governo e un pericoloso rivale emerso dalla
sue stesse fila. E’ l’ex capo del gabinetto Sergio Massa che ha lanciato un “Fronte
rinnovatore” per puntare alle presidenziali. “Dobbiamo salvare ciò che ha fatto di
buono questo governo e correggere gli errori”, è il suo slogan. Nella capitale e in
altre importanti cittá del paese si prevede che il malaconteno si fará sentire con
una certa forza. “La política non deve restare chiusa in un gioco di potere, non bisogna
dimenticare i principi e le idee che esprimono una visione dell’uomo, del mondo e
della societá”, si legge in un comunicato del presidente della Conferenza episcopale
argentina, monsignor José Maria Arancedo.