2013-08-11 19:42:58

Letta: "Se cade il governo, gli italiani pagheranno l'Imu a settembre e dicembre"


"Per riformare l'Imu c'è bisogno di un governo e di un Parlamento, ma se cade il governo gli italiani pagheranno la rata di settembre e di dicembre". Cosi' il presidente del Consiglio, Enrico letta, durante una conferenza stampa a Baku, in Azerbaijan. Negli ultimi giorni l’aut aut del Pdl all’esecutivo sull’abolizione della tassa sulla prima casa ha nuovamente messo in discussione la stabilità politica in Italia già provata dalla condanna d Berlusconi in Cassazione per la sentenza Mediaset. Sullo sfondo il sì del Senato alla richiesta di esaminare con urgenza la riforma della legge elettorale. Sulla situazione, Luca Collodi ha intervistato il prof. Antonio Maria Baggio, docente di filosofia politica all’Università Sophia di Loppiano:RealAudioMP3

R. – Noi abbiamo un governo che vede messe insieme per forza, perché non si poteva fare diversamente, due componenti politiche che per venti anni si sono combattute in una maniera distruttiva. Per distruttiva intendo il fatto che ogni governo dedicava buona parte del tempo a distruggere quello che aveva fatto il governo precedente. E al centro del dibattito, come anche oggi c’è stato, c’è il ruolo di Berlusconi e dei suoi oppositori. Quindi, in sostanza, sono venti anni che in questo Paese non si fanno riforme serie e non si fa un dibattito politico serio. Quello che sarebbe necessario adesso è presentare al Paese, nel più breve tempo possibile, due forze politiche liberate dai loro rispettivi condizionamenti.

D. – Che tipo di crisi stiamo vivendo?
R. – È crisi di equilibrio tra i poteri, è crisi economica ed è certamente crisi di partiti. Quindi una crisi generale di tutti gli aspetti della classe dirigente.
D. – È una crisi dovuta anche ad un disordine istituzionale e alla mancanza di una valida classe dirigente?
R. – Abbiamo le leggi, abbiamo una Costituzione, abbiamo le regole per vivere politicamente. Il problema è che indebolendosi uno dei poteri - la politica - sono altri i poteri che prendono il suo spazio. Questo dura - appunto - da Tangentopoli in poi, da quando cioè non c’è un ruolo forte da parte della politica. La politica nel nostro Paese è debole, e uno dei nostri problemi principali è creare una classe dirigenziale politica diversa e di spessore. Adesso - forse - bisogna iniziare a pensare ad una classe dirigente plurale, diffusa, collaborativa che si stende come una rete; e questo implica una partecipazione molto più forte da parte dei cittadini.







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