Usa: riaprono le sedi diplomatiche tranne in Yemen. Obama: con Mosca non è guerra
fredda
Riapriranno già domani o lunedì 18 delle 19 sedi diplomatiche degli Stati Uniti chiuse
nei giorni scorsi per un allarme terrorismo, ad eccezione di quella a Sana’a, nello
Yemen, che resta chiusa. Lo ha comunicato ieri il Dipartimento di Stato americano.
E sul tema del terrorismo è tornato a parlare, ieri, anche il presidente Obama, annunciando
una riforma del Patrioct Act, la legge sul terrorismo approvata dopo l’11 settembre,
in direzione di un maggior controllo e trasparenza al momento di raccogliere le registrazioni
telefoniche. Il servizio di Roberta Barbi:
“I network regionali
della rete del terrore rappresentano ancora una minaccia”, ha spiegato il presidente
Obama ieri in una conferenza stampa al termine di una giornata ad alta tensione per
l’allarme terrorismo: in mattinata gli Usa avevano evacuato parte del personale nel
loro consolato di Lahore, in Pakistan, poi trasferito a Islamabad, pare per una minaccia
“locale” e non direttamente legata ad al Qaeda; poi, nel pomeriggio, falsi allarme
bomba erano rimbalzati dalla Tour Eiffel di Parigi a New Dehli fino in Germania, dove
si temono attacchi degli islamici ceceni. E intanto gli Usa fanno sapere che saranno
riaperte nei prossimi giorni le ambasciate chiuse da quasi una settimana, ad eccezione
di quella a Sana’a, capitale dello Yemen. Ed è proprio da qui, e non dal capo supremo
al Zawahiri come si credeva in un primo momento, che è partita la minaccia intercettata
dall’intelligence che aveva fatto scattare le eccezionali misure di sicurezza, segno
dell’ascesa di al Qaeda nella penisola araba. E in conferenza stampa Obama è tornato
a parlare anche dei rapporti con la Russia, che “devono essere ricalibrati”: il gelo
calato negli ultimi tempi non è un ritorno alla Guerra fredda, ma “una pausa” tra
Washington e Mosca, ha spiegato. Non è solo la concessione dell’asilo temporaneo del
Cremlino a Snowden, ma anche la crisi siriana, lo scudo missilistico e i diritti umani,
a pesare sulle relazioni tra le due potenze e Obama punta il dito contro il ritorno
di Putin al potere: “Con lui – ha detto - si è assistito a una maggior retorica antiamericana”.