Memoria di San Lorenzo. Il card. Bagnasco: sul suo esempio, l’autorità sia per servire
Di fronte alla crisi “bisogna fare in fretta”. Così, il presidente della Conferenza
episcopale italiana e arcivescovo di Genova, cardinale Angelo Bagnasco, si è rivolto
ai fedeli riuniti in cattedrale nel capoluogo ligure in occasione della celebrazione
di San Lorenzo, patrono della città. Il porporato nell’omelia ha esortato ad accelerare
i tempi e a semplificare le procedure, perché “mentre la ripresa avanza lentamente,
l’affanno di famiglie, giovani e anziani morde e non aspetta tempo”. “I segnali positivi
sono l’inizio dell’alba, ma la gente attende giorno per ripartire – ha aggiunto –
una vera ripresa dell’occupazione ancora non si vede”. In un altro passaggio, l’arcivescovo
Bagnasco ha voluto ricordare l’esempio del martire San Lorenzo che “donando tutto
ai poveri non ha fatto solo un grande atto di carità e amore, ma anche un servizio
alla società di allora, proclamando nei fatti che una società è vera quando è giusta
e fraterna e che l’autorità non è per se stessa, ma per servire”. Non bisogna, dunque,
affidarsi solo all’uguaglianza, rifiutando l’istanza superiore che è Dio, perché altrimenti
la società è come “un edificio costruito sulla sabbia: la convivenza si corrompe,
il bene comune diventa una bandiera sventolata ma tradita”. Nell’invocazione che “il
martire Lorenzo continui a guardare da questa cattedrale la città e la nostra gente”,
il cardinale Bagnasco ha ribadito che la Chiesa non è un’elite, ma accoglie tutti
“come siamo, con i nostri doni e le nostre miserie, con la nostra bontà e i nostri
peccati”. “La Chiesa è vicina alla gente là dove vive – ha concluso – nella storia
a volte si è cercato di estirpare la Chiesa dalla vita degli uomini: forse si è riusciti
a sopprimere le strutture, ma mai si è riusciti a spegnere il senso di Dio”. (R.B.)