Tweet del Papa: tutti noi siamo vasi d’argilla, ma in noi c'è un tesoro immenso
Il Papa, nel giorno in cui la Chiesa ricorda Santa Teresa Benedetta della Croce, ha
lanciato un nuovo tweet: “Tutti noi – scrive - siamo vasi d’argilla, fragili e poveri,
ma nei quali c’è il tesoro immenso che portiamo”. Un tema che richiama quanto detto
da San Paolo nella seconda Lettera ai Corinzi e ripreso più volte da Papa Francesco
in questi primi mesi di Pontificato. Ce ne parla Sergio Centofanti:
“Noi abbiamo
questo tesoro in vasi di creta, perché appaia che questa potenza straordinaria viene
da Dio e non da noi”. Queste parole di San Paolo sul tesoro, cioè Cristo, e il contenitore,
la nostra fragile umanità, sono per il Papa il punto fondamentale di equilibrio nel
nostro cammino di fede:
“Paolo, tante volte ha parlato – è come un ritornello,
no? – dei suoi peccati. ‘Ma, io vi dico questo: io che sono stato un inseguitore della
la Chiesa, ho perseguito …’ Torna sempre alla sua memoria di peccato. Si sente peccatore.
Ma anche in quel momento non dice: ‘Sono stato, ma adesso sono santo’, no. Anche adesso,
una spina di Satana nella mia carne. Ci fa vedere la propria debolezza. Il proprio
peccato. E’ un peccatore che accoglie Gesù Cristo”. (Omelia a Santa Marta, 14 giugno
2013)
Infatti – spiega il Papa - può capitare che quanti ricevono questo
tesoro “sanno che sono di creta, ma nell’arco della vita si entusiasmano in modo tale
che si dimenticano di essere di creta o si dimenticano che il dono è un dono grande”.
La Chiesa - afferma – “soffre molto ogni volta che uno dei chiamati a ricevere il
tesoro in vaso di creta … crede di essere migliore, di non essere più di creta” ed
è tentato di truccare e abbellire il vaso. Invece – osserva - siamo di creta “fino
alla fine, da questo non ci salva nessuno. Ci salva Gesù a modo suo, ma non alla maniera
umana … delle apparenze”. (Omelia nella residenza di Sumaré, 25 luglio 2013). Ci aiuta
a conservare l’equilibrio tra tesoro e contenitore la grazia della vergogna per i
nostri peccati che conduce all’umiltà, utile soprattutto per i sacerdoti:
“Umiltà
che ci rende consapevoli ogni giorno che non siamo noi a costruire il Regno di Dio,
ma è sempre la grazia del Signore che agisce in noi; umiltà che ci spinge a mettere
tutto noi stessi non a servizio nostro o delle nostre idee, ma a servizio di Cristo
e della Chiesa, come vasi d’argilla, fragili, inadeguati, insufficienti, ma nei quali
c’è un tesoro immenso che portiamo e che comunichiamo”. (Omelia nella Chiesa del Gesù,
31 luglio 2013)
Solo l’umiltà – afferma il Papa - ci può far “capire la
bellezza della salvezza che ci porta Gesù”:
“Fratelli, noi abbiamo un tesoro:
questo di Gesù Cristo Salvatore. La Croce di Gesù Cristo, questo tesoro del quale
noi ci vantiamo. Ma lo abbiamo in un vaso di creta. Vantiamoci anche … dei nostri
peccati … Gesù Cristo non ci ha salvati con un’idea, con un programma intellettuale,
no. Ci ha salvato con la carne, con la concretezza della carne. Si è abbassato, fatto
uomo, fatto carne fino alla fine. Ma soltanto, solo si può capire, solo si può ricevere,
in vasi di creta”. (Omelia a Santa Marta, 14 giugno 2013)