Obama andrà al G20 ma non incontra Putin, dopo l’asilo di Mosca a Snowden
Si discute delle relazioni tra Russia e Stati Uniti dopo che Obama ha annullato l'incontro
bilaterale con Putin, previsto in occasione della sua trasferta per il G20 di San
Pietroburgo il 5 e 6 settembre, in segno di protesta per la vicenda Snowden. La Casa
Bianca ricorda “la deludente decisione” della Russia di concedere asilo temporaneo
all’ex-contractor di un'agenzia di intelligence americana ricercato per spionaggio,
rifiutando la richiesta Usa di estradizione. Il Cremlino ha risposto che “gli Usa
non sono pronti a costruire relazioni con la Russia su basi paritarie". Obama parla
di richiami alla Guerra Fredda. Fausta Speranza ne ha parlato con Daniele
De Luca, docente di Storia delle relazioni internazionali all’Università del Salento:
R. – Due cose
sono importanti: primo, domani ci sarà comunque un incontro tra i ministri degli Esteri
russo e americano e anche della Difesa. Naturalmente, si discuterà della questione
di Snowden, si discuterà delle altre questioni. Però, il fatto che questo non sia
stato annullato è già un fatto estremamente importante. Poi, è stato annullato, sì,
il rapporto bilaterale privato tra Putin e Obama, ma non è stato assolutamente annullato
direttamente – perché così non si poteva – l’incontro del G20 a settembre a San Pietroburgo,
a cui saranno presenti i presidenti, i ministri degli Esteri, i ministri della Difesa.
Quindi, è una mossa, sì, a sorpresa, ma molto più di forma che di sostanza.
D.
– Dal 2009, era partito il progetto “Reset”, con le migliori intenzioni da una parte
della Clinton, Segretario di Stato Usa, dall’altra di Lavrov, ministro degli Esteri
russo. Ma a che punto siamo? Si è tutto arenato?
R. – Ma, io non credo. Certo,
mi ha sorpreso l’affermazione del presidente Obama quando dice: “La Russia è tornata
ai tempi della guerra fredda”. In un modo o nell’altro, la guerra fredda tra le due
grandi potenze c’è sempre stata. In un modo o in un altro, continua a esserci. Bisogna
dire che il caso Snowden è un caso particolare, che ha anche del paradosso, nel senso
che Snowden – che si è presentato come paladino della libertà denunciando le “malefatte”
del sistema di difesa nazionale americano – poi alla fine ricevuto questo asilo temporaneo
da una nazione che, negli ultimi tempi, non è che si sia dimostrata essa stessa paladina
della libertà... Altre questioni sono al momento sospese – la Siria, per esempio –
e questo rallenta i rapporti di definitiva pacificazione tra Russia e Stati Uniti.
D.
– Ecco, parliamo proprio delle questioni in cui Stati Uniti e Russia non possono non
avere le mani in pasta insieme. Parliamo della Siria ma parliamo anche del previsto
ritiro degli Stati Uniti dall’Afghanistan…
R. – Forse, la questione più seria
è la questione della Siria, perché l’Afghanistan è una questione più personale degli
Stati Uniti: gli Stati Uniti dovranno sbrigarsela un po’ da soli, perché lì la Russia
è rimasta un po’ a guardare, anche per un’alleanza storica con l’Iran e per gli interessi
che l’Iran ha verso quell’area. La questione siriana è più complicata, perché non
c’è solo la Russia: c’è l’Iran, c’è Israele…
D. – Professore, è davvero la
prima volta che un leader americano cancella un incontro già fissato? Davvero non
ci sono stati altri momenti simili da dopo la Guerra Fredda?
R. – Sì, ci sono
state forti tensioni, ma si è sempre evitata una cosa del genere, e forse ora è come
cogliere un po’ la palla al balzo per una presa di posizione. Cioè: il fatto che una
nazione come la Russia accolga una persona come Snowden a questo punto gioca forse
più a favore degli Stati Uniti che della Russia stessa.
D. – Che cosa possiamo
dire della società civile russa e di quella americana: hanno davvero superato la mentalità
da Guerra fredda? Nella sensibilità diffusa ci sono atteggiamenti che in qualche modo
"supportano" gli atteggiamenti rispettivamente di Putin e di Obama ed emergono eventualmente
in questa vicenda?
R. – Io ho difficoltà a parlare dell’opinione pubblica russa,
perché non so come identificarla. Mentre è abbastanza chiaro che ci siano delle lobby
di pressione nella società americana che possono essere gli intellettuali, i giornalisti,
le lobby etniche... Nel caso della Russia, ho qualche difficoltà a individuarle perché
la società russa è terribilmente spaccata a metà tra chi ha molto e chi non ha nulla
che sicuramente chi non ha nulla certo non sta a preoccuparsi della questione di spionaggio
o altro. Sicuramente, la Russia ha problemi diversi e forse un’idea di libertà e di
opinione pubblica completamente diversa dalla società occidentale.