La storia d'amore e di fede di Chiara Corbella Petrillo in un libro ad un anno dalla
sua morte
Semplice, vero, intenso: è il libro, edito da Porziuncola intitolato “Siamo nati e
non moriremo mai più. Storia di Chiara Corbella Petrillo” scritto a quattro mani da
Simone Troisi e Cristiana Paccini. E’ una pubblicazione nella quale si racconta la
vita di una ragazza romana scomparsa a 28 anni dopo aver scelto di non curare un tumore
per dare alla luce il figlio. Una scelta arrivata dopo aver perso altri due bimbi
poco dopo la nascita. Una vicenda che ha commosso il mondo. Ce ne parla Benedetta
Capelli:
E’ la storia
di un “sì”, di un “eccomi” detto con gioia, con determinazione e vissuto nel completo
affidamento al Signore. La vita di Chiara Corbella è nell’essenzialità: quella di
una ragazza innamorata di Enrico ma soprattutto di un cuore innamorato di Dio. E’
la storia di una sposa che ha voglia di normalità, ma quando ci si lascia plasmare
dalle mani del Signore la normalità diventa qualcosa di diverso. E allora Chiara sperimenta
il suo "sì" in Maria Grazia Letizia: la bimba passa in 40 minuti dalle “loro braccia
a quelle del Padre”. Con lei – scrive Chiara – abbiamo fatto “un’esperienza di eternità
unica”. Poi arriva Davide Giovanni, un bambino imperfetto – direbbe qualcuno – ma
per questa coppia è l’ennesima prova della Croce che il Signore dona. “Io me la devo
prendere – dice Enrico – perché in quella Croce scoprirò qualcosa che il Signore mi
vuole dire”. Enrico Petrillo:
“Non siamo noi ad aver creato la vita
di nessuno. Nelle testimonianze dico sempre questa cosa: noi mettiamo degli ingredienti,
ma di fatto tante persone li mettono ma i figli non vengono e non è scontato un figlio
sano come non è scontato un figlio malato. Ma il fatto straordinario della storia
è proprio Francesco che, invece di essere malato, è sano. Noi abbiamo sempre chiesto
al Signore di meravigliarci: cioè, il fatto che il Signore ci chiedesse delle cose
un po’ al di là delle nostre capacità – un po’ tanto, direi – noi abbiamo detto sì:
ed è lì che sperimenti che un Altro ti porta, è lì che fai un incontro ed entri proprio
in questa logica dell’incontro”.
E’ Francesco il terzo figlio di Chiara
che arriva quando lei scopre di avere un carcinoma alla lingua. Questa giovane mamma
sceglie di sospendere le cure fino a quando il suo bimbo non verrà alla luce. Qui
comincia un’altra storia, il Calvario, che – nel disegno del Signore – inizia nella
Settimana Santa. “La sofferenza è una danza – dicono – Dio ti invita a danzare con
Lui e se dici di sì, scopri che insieme al dolore c’è anche la pace e la gioia”. Simone
Troisi e Cristiana Paccini sono gli amici – i fratelli, così si definiscono – che
hanno raccontato questa storia di fede, di dedizione e di amore. Simone Troisi:
“Il libro cerca di rispondere ad un desiderio fortissimo di conoscere la
storia di Chiara che c’è stato da subito, sin da quando si è saputo che stava male:
già nella parrocchia si cominciava a diffondere la voce, a fare richieste di preghiere…
Nel momento in cui è morta poi, il 13 giugno 2012, il funerale ha raccolto un numero
enorme di persone e da lì in poi da tutto il mondo sono arrivate richieste, soprattutto
a Enrico, di conoscere questa storia perché è una storia che parla veramente al cuore:
parla di speranza e di una speranza che non può morire, cioè può continuare a esserci
sempre, anche di fronte alle difficoltà, nelle tenebre più oscure… La storia di Chiara
insegna che si può essere, come dice lei anche nella lettera a Francesco, si può essere
felici sempre, si può pretendere la felicità in ogni situazione”.
Sua moglie,
Cristiana Paccini, descrive così la sua esperienza di scrivere un libro su
Chiara:
“Da una parte, è stato molto bello per noi, perché è stata l’occasione
per andare un po’ alle fonti della vita: nel nostro oggi, nelle nostre gioie, nelle
difficoltà … E’ stato bello vedere lo stile di Dio, che ti dice – appunto – che puoi
essere felice in ogni situazione. Era importante raccontare solo quello che il Signore
aveva compiuto, attraverso Chiara”.
“Impossibile percorre la stessa strada
di Enrico e Chiara? – si legge nel libro - No se si conosce il segreto: dire il proprio
sì ogni giorno, accogliere quotidianamente la propria prova, la propria storia. Fidarsi
di Gesù che ti dice ‘Non temere’. Diventare figli di Dio. In realtà, già lo siamo,
il problema è che non lo sappiamo”. Ancora Cristiana Paccini:
“Chiara
si arrabbiava tantissimo quando qualcuno le diceva che tutto quello che viveva – appunto,
questa gioia, questa speranza che viveva – era riservata solo a lei perché lei ormai
era brava, era disponibile, era ‘santa’. E invece, lei non è meno, anzi, è più figlia
degli altri. Il Signore ha riservato a ognuno questa grazia e quindi la Buona Notizia
che volevo dire in questo libro è proprio che il Signore ha pensato per ognuno di
noi questa gioia, questa possibilità di vivere il Cielo, ma proprio concretamente,
non per forza in una malattia: a ognuno, nella propria storia, nella propria croce,
anche – piccola o grande che sia – il Signore ha riservato questo progetto di bene.
La cosa bella bellissima è che Chiara era – è! – una sposa semplice, che ha vissuto
profondamente le cose quotidiane – la cucina, il fatto di prendersi cura di Francesco…
Era bello che tutto era ‘alla portata’: si parlava del giardino come della vita eterna,
come di un bimbo che vivrà pochi minuti… Veramente, una gioia e una semplicità che
ti facevano toccare la vita eterna con un dito!”.
Una storia che può sembrare
straordinaria, fuori dal comune, non “alla portata” ma per Enrico è esattamente
il contrario:
“Secondo noi, non avevamo molte alternative. C’era una strada
dritta che ci metteva davanti il Signore, ci dovevamo fidare. E, se vuoi, è la scelta
più intelligente per soffrire di meno. Infatti, sfido a vedere Chiara morire felice.
Io mi sento un marito, un padre sicuramente con tanto dolore dentro, però anche con
tanta gioia. E quindi, sono contento di questa storia che il Signore sta scrivendo
nella mia vita”.
“Il miracolo che raccontiamo – scrivono Simone e Cristiana
– non è quello di una guarigione fisica ma è una gioia disarmante, semplice e schietta,
la perfetta letizia di Francesco d’Assisi che cambia il male in bene”. Ed è in una
lettera che Chiara scrisse al suo Francesco, nel giorno del suo primo compleanno,
in cui si legge un segreto – il segreto – che lei rivela semplicemente: “Posso solo
dirti che l’Amore è il centro della nostra vita, perché nasciamo da un atto d’amore,
viviamo per amare e per essere amati, e moriamo per conoscere l’amore vero di Dio”.