Zimbabwe. I vescovi: le Chiese lavorino per sedare i contrasti post-elettorali
“Spero che le Chiese possano giocare un ruolo determinante nella ricerca di una soluzione
pacifica così che in Zimbabwe sia possibile un nuovo inizio di cui ha disperatamente
bisogno”. E’ l’auspicio espresso all’agenzia Cns dal segretario generale della Conferenza
episcopale dello Zimbabwe, padre Frederick Chiromba, mentre nel Paese sale la tensione
dopo il rifiuto da parte del Movimento per il cambiamento democratico (Mdc), guidato
da Morgan Tsvangirai, di accettare l’esito delle elezioni del 31 luglio, che hanno
confermato ancora una volta alla presidenza Robert Mugabe, attribuendo la maggioranza
assoluta in parlamento al suo partito, l’Unione nazionale africana dello Zimbabwe-Fronte
Patriottico (Zanu-Pf). Nonostante il sostanziale avallo della regolarità del voto
espresso dagli osservatori elettorali, inviati dalle istituzioni africane, nella capitale
Harare e in altre città del Paese, continuano le manifestazioni di protesta. Il timore
è il ripetersi del bagno di sangue che segnò le precedenti elezioni presidenziali
del 2008. Per questo, nei giorni scorsi le Chiese cristiane hanno rivolto un pressante
appello alle parti ad accettare i risultati del voto e a risolvere le irregolarità
accertate “con un dialogo pacifico e ordinato”. Anche secondo padre Chiromba, è essenziale
che i cittadini dello Zimbabwe “procedano uniti” per accertare la verità e raggiungere
un accordo: “L’opposizione si sente imbrogliata e le sue contestazioni devono essere
affrontate attraverso i canali giusti”, ha dichiarato il sacerdote. Nei giorni scorsi
la Commissione episcopale “Giustizia e Pace” dello Zimbabwe e l’Imbisa (Incontro interregionale
dei vescovi dell’Africa meridionale), che durante le operazioni di voto hanno schierato
2.796 osservatori elettorali, hanno espresso apprezzamento per il clima complessivamente
pacifico in cui si è svolto lo scrutinio, pur segnalando diverse irregolarità. (L.Z.)