2013-08-07 15:06:58

Tunisia, migliaia in piazza contro il governo. La testimonianza di un missionario


In Tunisia almeno 40 mila persone sono scese in piazza ieri sera per chiedere lo scioglimento dell’assemblea costituente e le dimissioni del governo di coalizione guidato dal partito di ispirazione islamica Ennahda. I manifestanti di opposizione hanno accolto come una prima vittoria la decisione di sospendere i lavori della Costituente, annunciata in serata dal suo presidente, Mustafa Ben Jafaar. Il servizio di Davide Maggiore:RealAudioMP3

La sospensione dei lavori da parte di Ben Jafaar è “inaccettabile”, ha detto uno dei deputati di Ennahda in un’intervista. L’opposizione ha invece definito la mossa positiva, “ma insufficiente”. Da parte sua il presidente dell’assemblea – esponente di un partito laico di governo – ha sottolineato che la sospensione andrà avanti “fino all’inizio di un dialogo” tra le varie forze politiche. Alcuni commentatori temono però che nel Paese, sempre più polarizzato, possano esserci nuovi episodi di violenza. Fonti del Ministero dell’Interno hanno reso noto che un militante islamico è morto alla periferia della capitale dopo uno scontro a fuoco con la polizia. Ma dagli imam della più importante moschea locale sono arrivate simboliche aperture verso chi protesta. Si terrà infatti nella piazza al centro delle proteste la preghiera conclusiva del mese di Ramadan, permettendo anche ai manifestanti di celebrare la ricorrenza.

E per una testimonianza sulla situazione a Tunisi, Davide Maggiore ha raggiunto telefonicamente nella città nordafricana padre Jean Fontaine, missionario dei Padri Bianchi:RealAudioMP3

R. – Mes sentiments sont ceux d’un disciple de Jésus: comme Jésus dormait sur …
I miei sentimenti sono quelli di un discepolo di Gesù : come Gesù dormiva sulla barca durante la tempesta, io rimango sereno e mi faccio testimone della serenità di Gesù con i miei amici. Poi, mi impegno a diffondere i concetti della non violenza affinché la società civile ne assuma le caratteristiche ed i partiti politici lavorino nella direzione della non violenza. Per quanto riguarda ciò di cui lei parlava – le manifestazioni – Tunisi è una città grande: nel quotidiano, io continuo a visitare almeno tre-quattro volte a settimana alcune famiglie …

D. – Quindi non avete paura di possibili conseguenze violente di queste manifestazioni?

R. – Je ne pense pas, pour deux raisons au moins. La première c’est que …
Non ci penso, e per due ragioni almeno. La prima è che il tunisino è di temperamento fondamentalmente pacifico. E in secondo luogo, ci sono pochi tunisini che posseggono armi e in questo ultimo periodo le forze di sicurezza hanno fatto un grande lavoro per cercare di intercettare le armi che entrano in città. Quindi, penso che non sia nel nostro temperamento, la violenza. Guardi quello che è successo nel periodo che noi chiamiamo della “rivoluzione”: in confronto a quello che succede altrove – in Algeria, in Libia, in Egitto o in Siria, non è successo nulla! E questo perché così è il temperamento del tunisino …







All the contents on this site are copyrighted ©.