2013-08-07 08:05:03

Sentenza Mediaset, bufera sull'intervista del giudice di Cassazione Esposito


"Berlusconi condannato perche' sapeva". Il giudice Antonio Esposito, il presidente del collegio che ha inflitto in via definitiva a Silvio Berlusconi quattro anni nel processo Mediaset, rilascia un'intervista. E riaccende la miccia del conflitto tra Pdl e magistrati, finendo nell'occhio del ciclone. Perche' al Mattino, in un colloquio che pero' smentisce come "manipolato", il giudice sembra anticipare le motivazioni della sentenza. Un atto "inopportuno" da cui la Cassazione
prende le distanze, mentre interviene il ministro Cancellieri.

E' stato per giorni sotto i riflettori, il presidente della sezione feriale della Cassazione. Le tv di tutto il mondo lo hanno immortalato mentre leggeva la sentenza di condanna al Cavaliere. Ma proprio quando i riflettori sembravano spegnersi, Antonio Esposito commette quello che l'Anm e la stessa
Cassazione definiscono un errore di 'opportunita''. Rilascia un'intervista al Mattino di Napoli, in cui difende la necessita' di celebrare il processo contro Berlusconi in tempi brevi per evitare la prescrizione e annuncia che si difendera' nelle sedi competenti dalle polemiche nei suoi confronti. Ma soprattutto, afferma che il leader del Pdl e' stato condannato "perche' sapeva" e "non perche' non poteva non sapere". "Tu – dice Esposito - venivi portato a conoscenza di quello che succedeva, non potevi non sapere, perche' Tizio, Caio e Sempronio hanno detto che te lo hanno riferito".

Il passaggio, inserito all'interno di un colloquio concesso su "temi generali e mai attinenti alla sentenza", e' stato "completamente inventato", smentisce subito il magistrato. Ma il direttore del Mattino, Alessandro Barbano, replica che l'intervista e' letterale e che esiste una registrazione (poi
pubblicata in serata sul sito del giornale) : "Non c'e' alcuna aggiunta ne' interpretazione", assicura il quotidiano. E mentre va avanti il botta e risposta, arrivano i commenti di fuoco del Pdl. "Gravi", "incomprensibili", "false", vengono definite le parole di Esposito. "Siamo trasecolati", afferma Fabrizio Cicchitto. "Siamo al deposito delle motivazioni in edicola. Senza parole", commenta il ministro Gaetano Quagliariello. E' questa l'ennesima prova, sostengono i pidiellini, dell'accanimento giudiziario contro Berlusconi. I capigruppo Brunetta e Schifani diramano una
nota congiunta per sottolineare che questo "infortunio, gravissimo, conferma l'ineluttabilita' di una riforma che ponga fine alla sfibrante contrapposizione tra giustizia e politica".

Fonti della Cassazione e anche l'Anm osservano che l'intervista pur essendo "inopportuna", "non inficia" il verdetto. Ma i consiglieri laici del Csm di area Pdl chiedono si apra una pratica sul comportamento del giudice e i pidiellini Michaela Biancofiore e Saverio Romano si spingono a sostenere che ci sono gli estremi per la revisione del processo.

Interviene anche il ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri, che chiede chiarimenti al presidente della Suprema Corte, Giorgio Santacroce, il quale prende atto della smentita
di Esposito, ma definisce l'intervista "comunque in se' inopportuna". Lui, il magistrato, torna a difendersi con una nota in cui ricostruisce la dinamica del colloquio "manipolato". Ma intanto insorgono gli avvocati del Cav. "E' un fatto inaudito", dice Franco Coppi. E Niccolo' Ghedini dichiara che "gli organi competenti dovranno urgentemente verificare l'accaduto, che non potra' non avere concreti riflessi sulla valutazione della sentenza emessa".








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