"Il Papa 'buono'
è una bella definizione giornalistica e popolare, ma è stata a volte utilizzata per
sminuire la portata del pontificato del Beato Giovanni XXIII, che - per volontà di
Papa Francesco - il prossimo anno diverrà Santo". A sostenerlo è Domenico
Agasso jr., giornalista e scrittore (Vatican Insider - La Stampa), che, con
il nonno Domenico Agasso sr., firma una nuova biografia di Angelo Roncalli,
- Papa Giovanni XXIII - pubblicata dalle edizioni San Paolo. "La sua
semplicità - spiega Agasso - è stata strumentalizzata per far sembrare semplicistici
il suo magistero e la sua azione pastorale, mentre Roncalli fu un papa sapiente, illuminato
e illuminante. Non era solamente buono ma era anche assolutamente autorevole e
imprevedibile, come dimostra l'intuizione profetica del Concilio. E' stata quest'ultima
caratteristica a creargli anche qualche inimicizia". "Nel libro - continua Agasso
- noi insistiamo sulla contemporaneità di Papa Giovanni che, nonostante sia morto
cinquant'anni fa, resta vivissimo anche per le generazioni che non l'hanno conosciuto.
E Papa Francesco, con il suo pontificato, sta rafforzando, aumentando, la contemporaneità
di Papa Roncalli, perché le affinità tra i due pontefici sono moltissime. Entrambi
sono infatti sentiti dalla gente come persone di famiglia". "Quando Papa Francesco,
dopo la sua elezione, con l'espressione forse un po' smarrita, si è affacciato alla
loggia di San Pietro e ha detto 'buonasera', come fosse uno di noi, mi ha subito fatto
pensare al mio illustre antenato", commenta Emanuele Roncalli, giornalista de
L'Eco di Bergamo, pronipote di Giovanni XXIII. "Ci sono due tratti di Papa
Bergoglio - proesegue Roncalli - che lo rendono in particolare simile a Papa
Giovanni: l'umiltà e l'attenzione ai poveri. Per non parlare di quel desiderio di
uscire dal Vaticano ed andare incontro alla gente che era di Roncalli, ed è anche
di Papa Francesco". Significativamente, il 28 luglio scorso, rientrando dal Brasile,
durante la conferenza stampa in aereo, Papa Bergoglio ha ricordato Giovanni XXIII
proprio per la sua umiltà, la sua attenzione ai bisognosi e la sua docilità al volere
di Dio. Papa Francesco lo ha definito "un prete di campagna buono, con un grande umorismo
e una grande santità". (a cura di Fabio Colagrande)