2013-08-07 15:03:39

Bolivia. Depenalizzazione dell'aborto, Chiesa prepara documento di replica


“Una società che non garantisce il diritto basilare che è la nascita, il diritto basilare che è la vita, diventa una società perversa”. Con queste parole si è pronunciato il segretario aggiunto della Conferenza episcopale boliviana, padre Josè Fuentes, interpellato sul dibattito pubblico sull’aborto e sul controllo delle nascite suscitato da alcuni deputati del partito del governo del presidente, Evo Morales, a favore dell’aborto. Il rappresentante dell’episcopato ha affermato che un gruppo di specialisti, tra avvocati, medici, scienziati e ecclesiastici, sta preparando un documento che stabilisce i fondamenti della Chiesa in difesa della vita e contra l’aborto da presentare al Tribunale Costituzionale. “Se si ascolta veramente al popolo, sono convinto che approvi le azioni contro la vita”, ha detto il padre Fuentes nel ricordare che tra le proposte di depenalizzazione c’è anche l’infanticidio. La proposta presentata dalla deputata Patricia Mancilla insieme all’ong statunitense Ipas, chiede la dichiarazione d’incostituzionalità di 13 articoli del Codice penale per legalizzare l’aborto. Dato che numerosi politici del partito di governo Mas, come pure lo stesso presidente Morales, hanno ribadito che nel Paese c’è già un ordinamento legale che penalizza l’aborto, il dibattito è rimasto aperto nelle mani dei magistrati che dovranno valutare le diverse posture in una consultazione nazionale. Secondo il Codice penale, l’aborto è non perseguibile quando la gravidanza è originata da una violazione, sequestro, stupro o incesto, e per evitare di mettere in rischio la vita o la salute della madre, tutti eseguiti previo un processo giudiziario. Il ricorso di depenalizzazione è stato presentato a Marzo, ma il dibattito si è ravvivato dopo le pressioni dei gruppi pro abortisti che alla fine di luglio hanno chiesto una riposta celere del Tribunale Costituzionale, il quale in due occasioni non ha trovato i consensi necessari per immettere un verdetto. Tuttavia, la presidente della magistratura Rudy Flores, ha affermato che “il tribunale non sottoporrà il suo lavoro a pressioni di carattere politico, sociale, religioso o di qualunque altro genere”. Il mese scorso, il Consiglio dei laici boliviani al termine della sua Assemblea nazionale, in un comunicato ha esortato i cattolici e tutta la società a stare in guardia contro i progetti di legge che minacciano la dignità di ogni persona umana. “Dopo l’esame delle diverse situazioni illecite e inumane che minacciano la vita e la famiglia”, si legge nel testo, i laici boliviani costatano che “la dittatura del relativismo e l’ideologia di genere” sono sempre più diffuse nel Paese. (A.T.)







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