Il Papa per la Giornata Missionaria: uscire dal recinto per portare il Vangelo
in ogni realtà
Tutti i battezzati sono chiamati ad annunciare il Vangelo con coraggio in ogni realtà.
E’ quanto scrive Papa Francesco nel suo Messaggio per la Giornata missionaria mondiale,
che ricorre il prossimo 20 ottobre. Nel documento, che porta la data del 19 maggio
scorso, Solennità di Pentecoste, il Pontefice sottolinea che “evangelizzare non è
mai un atto isolato” ma “sempre ecclesiale” e ribadisce che una comunità è davvero
adulta se esce dal proprio recinto per portare la speranza di Gesù anche nelle periferie.
Il servizio di Alessandro Gisotti:
“La fede è
dono prezioso di Dio”, “un dono che non si può tenere solo per se stessi ma va condiviso”.
Papa Francesco muove da questa considerazione per sviluppare il suo primo Messaggio
per la Giornata Missionaria Mondiale. “Ogni comunità – scrive – è ‘adulta’ quando
professa la fede, la celebra con gioia nella liturgia, vive la carità e annuncia senza
sosta la Parola di Dio, uscendo dal proprio recinto per portarla anche nelle ‘periferie’”.
Il Papa rileva dunque che la duplice occasione dell’Anno della Fede e del 50.mo dall’inizio
del Concilio Vaticano II devono spingere la Chiesa “ad una rinnovata consapevolezza
della sua presenza nel mondo contemporaneo, della sua missione tra i popoli e le nazioni”.
E osserva che la “missionarietà non è solo una questione di territori geografici”
giacché “i confini della fede non attraversano solo luoghi e tradizioni umane, ma
il cuore di ciascun uomo e di ciascuna donna”.
Ciascuna comunità, si legge
ancora, è dunque interpellata ad annunciare Gesù fino ai confini della terra come
“un aspetto essenziale” della vita cristiana. Tutti, ribadisce, “siamo inviati sulle
strade del mondo per camminare con i fratelli, professando e testimoniando la nostra
fede in Cristo”. Papa Francesco invita quindi i vescovi a dare rilievo alla “dimensione
missionaria nei programmi pastorali e formativi”, evidenziando che “la missionarietà
non è solamente una dimensione programmatica nella vita cristiana, ma anche paradigmatica
che riguarda tutti gli aspetti della vita cristiana”. Del resto, avverte il Papa,
“spesso l’opera di evangelizzazione trova ostacoli non solo all’esterno, ma all’interno
della stessa comunità ecclesiale”. A volte, afferma, “sono deboli il fervore, la gioia,
il coraggio, la speranza nell’annunciare” a tutti Gesù e “nell’aiutare gli uomini
del nostro tempo ad incontrarlo”. E, scrive, “a volte si pensa ancora che portare
la verità del Vangelo sia fare violenza alla libertà”, mentre proporre la verità evangelica,
sottolinea riecheggiando Paolo VI, è “un omaggio a questa libertà”.
Spesso,
è il monito del Papa, “vediamo che sono la violenza, la menzogna, l’errore ad essere
messi in risalto”, è allora “urgente far risplendere nel nostro tempo la vita buona
del Vangelo con l’annuncio e la testimonianza, e questo all’interno stesso della Chiesa”.
E ribadisce che “è importante non dimenticare un principio fondamentale per ogni evangelizzatore:
non si può annunciare Cristo senza la Chiesa. Evangelizzare non è mai un atto isolato,
individuale, privato, ma sempre ecclesiale”. Il Papa si sofferma sulle tante sfide
dell’evangelizzazione e incoraggia tutti a portare all’uomo del nostro tempo “la luce
sicura che rischiara la sua strada e che solo l’incontro con Cristo può donare”. La
“missionarietà della Chiesa – riafferma – non è proselitismo, bensì testimonianza
di vita che illumina il cammino, che porta speranza e amore”. E rimarca che “è proprio
lo Spirito Santo che guida la Chiesa in questo cammino”.
Nella parte conclusiva
del Messaggio, il Papa ricorda quanti si fanno portatori della Buona Novella dai missionari
ai presbiteri fidei donum ai fedeli laici che “lasciano la propria patria per
servire il Vangelo in terre e culture diverse”. “Donare missionari e missionarie –
constata – non è mai una perdita, ma un guadagno” e incoraggia i vescovi e le famiglie
religiose “ad aiutare le Chiese che hanno necessità” di sacerdoti, religiosi e laici
per “rafforzare la comunità cristiana”. E’ importante, si legge nel documento, che
“le Chiese più ricche di vocazioni aiutino con generosità quelle che soffrono per
la loro scarsità”. D’altro canto, sottolinea l’importanza delle “giovani Chiese” che
possono promuovere un nuovo entusiasmo nelle Chiese di antica cristianità. Papa Francesco
non manca, infine, di rivolgere un pensiero ai cristiani perseguitati in varie parti
del mondo, osservando che oggi ci sono più martiri che nei primi secoli. Il Pontefice
assicura la sua vicinanza con la preghiera e ripete loro le parole consolanti di Gesù:
“Coraggio, io ho vinto il mondo”.