Egitto: diplomazia internazionale mobilitata per risolvere la crisi
In Egitto, dopo i timidi segnali di dialogo, gli islamisti tornano a far sentire la
loro voce con una grande manifestazione oggi al Cairo in sostegno dell’ex presidente
deposto, Mohammed Morsi. Ma l’intera diplomazia internazionale è mobilitata per la
soluzione della crisi. Secondo gli osservatori, imminente un’azione in prima persona
del presidente degli Stati Uniti, Barack Obama. Dal Cairo, il servizio di Giuseppe
Acconcia:
Secondo la stampa
egiziana, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama si sarebbe detto pronto ad
incontrare a Washington i leader dei Fratelli musulmani. Mentre è arrivata ieri al
Cairo la delegazione statunitense dei senatori John McCain e Lindsey Graham. In vista
della fine del Ramadan, i temi sul tavolo dei negoziati tra militari e islamisti sono
molti. Il primo punto riguarda la formazione di un nuovo governo con tre ministri
della Fratellanza. In cambio, gli islamisti si impegnerebbero a disperdere i sit-in
del Cairo. Non solo, 50 esponenti della Fratellanza dovrebbero prendere parte alla
Commissione per la riforma costituzionale. Le autorità egiziane hanno negato invece
ogni possibilità di rilascio degli islamisti detenuti. Intanto, si susseguono le voci
di falliti attentati. Le forze di sicurezza hanno disinnescato tre ordigni alle porte
di un ospedale a Shubra quartiere popolare cairota. Mentre la polizia di Port Said ha
sventato un attentato terroristico contro la Banca del Canale di Suez. Infine, un
soldato egiziano è stato ucciso e due sono stati feriti in due diversi attacchi nella
penisola del Sinai.