Prosegue il dialogo tra militari e Fratelli musulmani in Egitto
Prove di pacificazione in Egitto. Prosegue il dialogo tra militari e Fratelli musulmani
in Egitto. Il ministro della Difesa, Abdel-Fattah Sisi si è impegnato a non ricorrere
alla forza per porre fine alle manifestazioni della Fratellanza. Dal Cairo, il servizio
di Giuseppe Acconcia:
Secondo un’intervista rilasciata al quotidiano
Washington Post, Sisi non aspirerebbe a candidarsi alle elezioni presidenziali. Mentre
il capo delle Forze armate ha chiesto alle autorità degli Stati Uniti di fare pressioni
sugli islamisti per «porre fine» alla crisi. Dal canto suo, anche il vice-presidente
Mohammed El Baradei ha ribadito che intende favorire la fine delle violenze, per questo
il governo egiziano sta facendo pressioni sui Fratelli musulmani per la conclusione
dei sit-in nelle principali città del Paese. Inoltre, si aprirà il prossimo 25 agosto
il processo ai sei principali leader della Fratellanza. Sono in prigione con l’accusa
di «incitamento alla violenza» in seguito alle manifestazioni contro l’ex presidente
Morsi del 30 giugno scorso. Mentre, hanno iniziato lo sciopero della fame, 179 islamisti,
detenuti nel carcere del Cairo. Inoltre, nella giornata di ieri, le autorità egiziane
hanno vietato l'ingresso nel Paese al premio Nobel per la pace, Tawakkul Karman per
motivi di sicurezza. L’attivista yemenita aveva ripetutamente criticato il ruolo dei
militari egiziani nella deposizione di Morsi. Infine, nonostante le richieste, gli
inviati al Cairo di Stati Uniti e Unione Europea per mediare nella crisi non avrebbero
potuto incontrare in carcere il numero due dei Fratelli musulmani, Khairat Shater.