Siria. Appello dei ribelli per p. Dall’Oglio. Unicef: 400 mila in trappola a Homs
Dopo una notte e una mattinata di combattimenti, un gruppo di ribelli appartenenti
a sigle diverse è riuscito a espugnare un deposito di armi a nord di Damasco, in Siria,
precisamente nei pressi del villaggio di Qaldun, situato a ridosso della strategica
autostrada che collega la capitale ad Aleppo. La notizia è data dall’Osservatorio
siriano dei Diritti umani, che riferisce anche del contenuto del deposito: per lo
più armi anticarro, missili terra-terra e diverse munizioni. Sempre i ribelli, riuniti
nella Coalizione nazionale siriana che si oppone ad Assad, hanno manifestato oggi
“profonda preoccupazione” per la sorte del gesuita, padre Paolo Dall’Oglio, di cui
si sono perse le tracce da lunedì scorso, sollecitando “la divulgazione di qualunque
informazione suscettibile di contribuire a stabilire dove si trovi e a garantirne
l’incolumità”. Ma un altro appello allarmante arriva dall’Unicef che denuncia le condizioni
di circa 400 mila persone, tra cui molti bambini, “intrappolati” dalla guerra nel
quartiere Al-Waer di Homs, dove i nuovi posti di blocco stanno impedendo agli aiuti
di entrare. Il direttore esecutivo dell’agenzia Onu, Anthony Lake, rivolge un appello
“a tutte le parti in causa per facilitare un accesso sicuro alle famiglie e fornire
assistenza essenziale in particolare a quelle di Al-Waer, che vogliono andare via
in modo dignitoso e sicuro”. (R.B.)