In Egitto prove di dialogo. Accuse agli Usa di aver favorito la deposizione di Morsi
L'ambasciata degli Stati Uniti al Cairo resterà chiusa per motivi di sicurezza. L’allarme
è scattato dopo che in un messaggio audio il capo di Al Qaeda, Ayman al-Zawahiri ha
accusato gli Stati Uniti di “complotto” con l'esercito egiziano per destituire l’ex
presidente Morsi. Intanto sul fronte interno si intravede una timida apertura alla
distensione La cronaca della giornata di ieri, nel servizio di Giuseppe Acconcia:
Riparte il dialogo
tra islamisti e militari in Egitto. I politici dei Fratelli musulmani Amr Darrag
e Mohamed Ali Bishr sono impegnati in nuovi negoziati con l’esercito, con il sostegno
di Ahmed Tayeb, gran Imam della moschea di Al Azhar. Secondo fonti vicine alla Fratellanza,
le richieste degli islamisti sono il rilascio di alcuni leader del movimento ed elezioni
anticipate. Anche il vice presidente Mohammed El Baradei ha invocato una soluzione
politica della crisi. Ieri 33 distinti cortei hanno raggiunto Medinat Nassr, alcuni
sono partiti dai quartieri di Shubra e Ramsis, altri dal centro della città, attraversando
vie e ponti. Mentre ai due sit-in di Rabaa el Adaweya e piazza Nahda se ne è aggiunto
un terzo nei pressi dell’aeroporto del Cairo. Gli islamisti hanno anche annunciato
che marceranno di nuovo verso infrastrutture militari. Scontri si sono registrati
ieri nella città satellite di 6 ottobre dove alcuni manifestanti hanno gridato slogan
contro la censura all’esterno del Centro di produzione televisivo. Dal canto loro,
i militari hanno assicurato che entro 48 ore i sit-in saranno sgomberati. È in arrivo
infine per la seconda volta al Cairo il vice segretario di Stato William Burns.