2013-08-03 12:18:31

Egitto. Usa adottano misure di sicurezza. Segnali di dialogo tra islamisti e fronte laico


In Egitto continuano i sit-in dei Fratelli Musulmani che protestano per la deposizione del presidente Morsi. Intanto, gli Stati Uniti adottano misure di sicurezza a difesa del personale diplomatico, dopo le accuse di Al Qaeda a Washington di aver complottato con i militari per destituire il capo dello Stato. Sul fronte politico si intravedono, tuttavia, timidi segnali di apertura al dialogo. Giancarlo La Vella ne ha parlato con Francesca Paci, inviata della Stampa per il Medio Oriente:RealAudioMP3

R. - Sicuramente, ci sono dei tentativi di avvicinamento. Ne è prova l’intervista che il vicepresidente, Mohamed El Baradei, ha concesso al Washington Post, nella quale parla della necessità di riconciliazione nazionale. Il problema è che, poi, quello che succede in piazza è un muro contro muro, nel senso che i sostenitori del deposto presidente Morsi sembrano decisi a non smantellare il sit-in principale, quello che si trova a Nasser City, ma anzi a inaugurarne di nuovi. Chiaramente, questo è qualcosa che l’esercito non potrebbe tollerare.

D. - Da una parte, il fronte musulmano decapitato, in qualche modo, con la deposizione del presidente Morsi. Dall’altra, il fronte laico che neanche in questa situazione riesce a darsi un leader. Potrebbero avere la meglio i militari e con quali conseguenze?

R. - Io credo che i militari, qualunque cosa facciano, cerchino il sostegno popolare. Quindi, da questo punto di vista, come dicono tantissimi leader in Egitto, portano avanti un colpo di Stato anomalo, nel senso che i militari chiedono dalla gente di essere legittimati e la verità è che la gente li legittima realmente.

D. - Il leader di Al Qaeda, Al Zawahiri, ha accusato apertamente gli Stati Uniti di avere, assieme ai militari, favorito la deposizione del presidente Morsi. Ma se così fosse, che interesse ci sarebbe stato nel togliere il potere a un leader che, comunque, teneva in mano la situazione con una certa stabilità?

R. - Contrariamente a quello che gli egiziani pensano, la dichiarazione di Al Zawahiri prova non solo quanto gli americani non siano direttamente coinvolti, ma quanto siano stati invece spiazzati rispetto a quanto accaduto e quanto poco riescano a capire di quello che accadrà. Prova ne sia, che vengono detestati da entrambe le piazze. Invece, i liberal, quelli che appoggiano i militari, ritengono che gli americani hanno sostenuto troppo a lungo i Fratelli musulmani al potere. Adesso che il segretario di Stato, John Kerry, dal Pakistan ha detto che tutto sommato l’esercito sta lavorando per portare la democrazia, gli islamisti dicono: “Allora stanno con gli altri”. Il fatto che in questo momento gli Usa vengano detestati da parte di tutti, prova quanto, secondo me, in realtà gli americani siano interessati alla stabilità in Egitto, ma non capiscono da quale parte possa arrivare.







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