Il card. Tauran: messaggio del Papa segno del grande rispetto per i fedeli dell’Islam
Il Messaggio di Papa Francesco ai musulmani per il Ramadan rappresenta un’iniziativa
di grande rilevanza per il dialogo con l’Islam: é quanto sottolinea il cardinale
Jean-Louis Tauran. Intervistato da Hélène Destombes, il presidente del
Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso mette l’accento sul grande rispetto
che Jorge Mario Bergoglio ha sempre avuto per i fedeli musulmani:
R. – C’est une
initiative qui lui est tout à fait personnelle. Il a voulue par-là … E’ un’iniziativa
tutta sua, personale. Credo che con essa egli abbia voluto manifestare il grande rispetto
che ha per i fedeli dell’Islam. Io ricordo, per esempio, che qualche anno fa egli
aveva inviato un sacerdote dell’arcidiocesi di Buenos Aires al Cairo per studiare
l’arabo, perché voleva una persona che fosse capace, che fosse ben formata in particolare
per il dialogo con l’Islam. Così, in questo suo primo anno di Pontificato e nel contesto
attuale, ha voluto indicare chiaramente che il dialogo interreligioso, e in particolare
il dialogo con l’Islam, rappresenti una delle priorità del suo ministero.
D.
– Il tema di quest’anno è “La promozione del rispetto vicendevole attraverso l’educazione”.
Papa Francesco sottolinea l’importanza di evitare la critica ingiustificata o diffamatoria
e, al tempo stesso, l’importanza di riconoscere un rispetto particolare ai capi religiosi
e ai luoghi di culto. Ci si possono riconoscere riferimenti specifici a situazioni
precise?
R. – Sans aucun doute, sans aucun doute. Voyez, je crois que le Papa,
comme nous … Senza alcun dubbio! Vede, io credo che il Papa, come noi tutti d’altronde,
è consapevole del fatto che in realtà non ci conosciamo abbastanza. Nonostante tutti
gli sforzi compiuti, dobbiamo imparare a rispettarci, a rispettare le nostre fedi,
i nostri riti, i nostri luoghi di culto e in questo ambito è evidente che i capi religiosi
hanno una grande responsabilità nella formazione dei loro fedeli. Mi pare che il Papa
insista molto su questo aspetto del rispetto vicendevole. Purtroppo, quello che mi
sembra un po’ deludente nel dialogo tra cristiani e musulmani è che noi abbiamo fatto
grandi sforzi, in questi ultimi anni, e abbiamo ottenuto piccoli risultati ma questi
non sono mai stati recepiti a livello di legge e nemmeno al livello di norme amministrative.
Quindi sarà necessario fare un ulteriore grande sforzo per conoscerci meglio, apprezzarci
maggiormente per non considerarci dei rivali, ma persone alla ricerca di Dio.
D.
– Dall’ultimo messaggio di quasi un anno fa, sono accadute molte cose. Da un lato,
i cattolici hanno un nuovo Papa, dall’altro in molti Paesi a maggioranza musulmana
– come l’Egitto, la Tunisia e la Siria – le tensioni si sono esasperate. In alcuni
di questi Paesi vivono comunità cristiane importanti che hanno paura, a volte anche
tanta paura. Questi due aspetti si riflettono in questo messaggio o nel lavoro del
dicastero che lei guida?
R. – Oui, dans les deux cas. Je crois que souvent
on confond, en Europe, … Sì, in tutti e due gli ambiti. Credo che in Europa spesso
si confondano islamismo e Islam, e nemmeno si può negare che il fondamentalismo sia
un nemico comune. Quindi è necessario fare uno sforzo di intelletto, di cultura e
questo non può essere se non nella misura in cui i capi religiosi siano consapevoli
della gravità della situazione e abbiano la volontà comune di migliorarla. E tutto
questo passa per la scuola, per l’università, per la fiducia vicendevole, per l’amicizia;
altrimenti rimarremo sempre in una condizione di potenziale inimicizia … Invece, più
la situazione è difficile più si impone il dialogo.
D. – L’eccezionalità di
questo messaggio – l’abbiamo detto – sta nel fatto che esso porti la firma del Papa…
R.
– Je crois que le Pape François se situe dans la ligne du Pape Benoît XVI. … Mi
sembra che Papa Francesco si inserisca sulla scia di Papa Benedetto XVI. Non bisogna
dimenticare, infatti, che Papa Francesco succede ad un Papa che credo sia stato il
Papa che, in questo secolo, ha più parlato di Islam; un Papa che ha visitato tre moschee
… Credo quindi che Francesco sia determinato a seguire questa linea di collaborazione
mutua, di desiderio – nonostante le difficoltà – di conoscersi meglio. Più la situazione
è difficile e più è necessario parlare: credo ce questa sia una costante ed una convinzione
radicata in questo Papa, come lo era nel suo predecessore.
D. – La continuità,
in definitiva… e quindi è in questa forma che può avvenire il cambiamento, secondo
l’approccio di Papa Francesco?
R. – Le premier jour de son pontificat, lorsqu’il
a parlé avec une délégation de … Il primo giorno del suo Pontificato, quando ha
ricevuto una delegazione di musulmani, è stato estremamente cordiale. Qualche giorno
fa abbiamo ricevuto un’altra delegazione, e anche in questa occasione è stato estremamente
cordiale. Tutti sono colpiti dalla sua semplicità: ma questo non significa che sia
“naïf”. E’ chiaramente consapevole delle difficoltà, ma lui è gentile; ovviamente
è preoccupato di non dimenticare i cristiani che soffrono in alcuni Paesi a maggioranza
musulmana, senza dimenticare peraltro quei musulmani che a volte sono fatti oggetto
di discriminazione in altri Paesi. Credo che sia un uomo al tempo stesso molto dolce,
molto semplice ma anche molto consapevole delle difficoltà: non è un “naïf”.
D.
– Al di là delle dichiarazioni di buoni intenti e dei rapporti positivi che si possono
rilevare a diversi livelli, la realtà sul terreno a volte è difficile. Cosa si può
fare per educare al rispetto e quindi allentare le tensioni?
R. – Je crois
d’abord qu’il faut aider les journalistes car je pense que les mass médias … Credo
che innanzitutto sia necessario aiutare i giornalisti, perché penso che i mezzi di
comunicazione di massa abbiano una grande importanza; è necessario aiutare i giornalisti
a informare bene e ad informarsi bene. Poi, attraverso l’insegnamento della religione
nelle scuole e nelle università, bisogna far cadere i pregiudizi. In realtà, la maggior
parte dei problemi nasce dall’ignoranza. Ripeto spesso che siamo riusciti ad evitare
lo scontro delle culture: cerchiamo ora di evitare lo scontro delle ignoranze.
D.
– Come vediamo, l’Islam politico e il fondamentalismo sono ben lontani dal raccogliere
consensi unanimi, compresi gli stessi Paesi musulmani, soprattutto in questi. Lei
è preoccupato per il futuro di questi Paesi e per quello dei loro vicini, come il
Libano e la Giordania?
R. – Sans doute, parce que vous savez, le mal est contagieux
… Certamente, perché il male è contagioso … Anche il bene, però, e per questo bisogna
cercare di far prevalere il bene sul male! Ma non c’è dubbio che l’evoluzione alla
quale assistiamo sul terreno non può che suscitare preoccupazione. Infatti, è chiaro
che tutti questi conflitti non sono causati dalla religione o dalle religioni: però,
la loro soluzione prevede una dimensione religiosa.