Datagate: la Russia concede l'asilo a Snowden. Usa: "profondo rammarico"
E’ alta la tensione tra Usa e Russia dopo che Mosca ha concesso l’asilo temporaneo
a Edward Snowden, l’ex agente della Cia che ha rivelato al mondo l’esistenza di un
programma di sorveglianza telefonica e telematica globale. A rischio – secondo secondo
esperti citati da Interfax - potrebbe esserci a questo punto l’annullamento dei prossimi
vertici Stati Uniti- Russia. Intanto Mosca respinge le critiche della Casa Bianca
accusando Washington di essere responsabile della situazione. Snowden, ricordiamo,
ha ottenuto lo status di rifugiato in Russia e il conseguente permesso di soggiorno
temporaneo di un anno, dopo cinque settimane passate nell'aeroporto di Mosca. Che
tipo di conseguenze avrà la vicenda da un punto di vista diplomatico? Salvatore
Sabatino lo ha chiesto a Fulvio Scaglione, vice-direttore di Famiglia Cristiana
ed esperto di questioni russe:
R. - Io credo
che non abbia conseguenze fondamentali, perché i rapporti tra Russia e Stati Uniti
sono da molto tempo improntati ad un “sano” scetticismo, nel senso che ci sono certo
degli atti formali di intesa, di collaborazione ma poi gli interessi delle due nazioni
restano profondamente divergenti e tali resteranno. E sono questi interessi a dettare
la condotta reale dei due governi.
D. – Quali sono ad oggi i problemi tra queste
due super potenze?
R. – Sono due Paesi destinati in qualche modo a confliggere
o, comunque, a confrontarsi, perché la Russia è un Paese che vive vendendo le risorse
naturali e quelle energetiche in primo luogo. Ha quindi bisogno che i prezzi di queste
risorse restino alti. Gli Stati Uniti sono un Paese, invece, che per tenere in moto
la macchina produttiva ed anche la macchina dei consumi, ha bisogno che queste risorse
restino basse. Da qui, per esempio, i tentativi dell’amministrazione Obama di rendere
il Paese indipendente dal punto di vista del consumo di petrolio. Stante questa situazione,
in linea generale, i due Paesi non possono che avere interessi divergenti.
D.
– Quanto questa decisione di Mosca è legata alla politica che il Cremlino sta attuando,
per ribadire il proprio ruolo di primazia sullo scenario internazionale?
R.
– Per Putin certamente questa è un’ottima occasione non solo per rimarcare la propria
indipendenza, la propria forza nazionale, ma è anche un’occasione per ributtare in
campo americano la “palla”, tutto sommato abbastanza imbarazzante, della questione
delle intercettazioni telefoniche, delle intercettazioni mail e così via, di cui Snowden
è il personaggio principale, perché appunto ha rivelato al mondo il sistema americano.
Non dimentichiamo che gli americani hanno mostrato di spiare tutto il mondo e in primo
luogo di spiare, almeno in Europa, una nazione come la Germania. La giustificazione,
quindi, del sistema spionistico, destinato a disinnescare le minacce terroristiche,
cade abbastanza. Tutto questo ovviamente a Putin non dispiace.
D. – C’è chi
teme un ritorno ad un clima di Guerra fredda. Questo incontro a San Pietroburgo tra
Obama e Putin, programmato in settembre, ci sarà?
R. – Io credo proprio di
sì. Credo proprio che, passato questo momento, in cui i portavoce fanno balenare l’ipotesi
che l’incontro possa essere annullato, io sono abbastanza convinto che si farà.