Mons. Celli: digitale può essere un ostacolo, media promuovano cultura dell'incontro
“I mezzi di comunicazione sono una realtà imprescindibile” che provoca “grandi cambiamenti
non solo a livello tecnologico e culturale, ma anche nella storia della Chiesa”: è
quanto afferma mons. Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio Consiglio per
le Comunicazioni sociali, nel saluto indirizzato all’Associazione dei comunicatori
cattolici di America Latina e Caribe (Occlac), riunita a Quito, in Ecuador. L’assemblea
dell’Occlac ha in programma l’esame delle nuove direttive 2013-2017 e in quest’ottica
mons. Celli delinea tre obiettivi: innanzitutto, dice il presule, i comunicatori devono
essere “promotori della cultura dell’incontro” perché oggi “la barriera digitale non
è l’unica causa dell’incomunicabilità”. Anzi: in una società “sempre connessa”, l’essere
umano “vive, in tante circostanze, più isolato che mai e incontra grandi difficoltà
nell’avviare una vera comunicazione interpersonale”. Di qui, il richiamo che mons.
Celli fa alle parole di Papa Francesco il quale esorta spesso a “promuovere una cultura
dell’incontro con gli altri, a partire dalla fede nata dall’incontro personale con
Gesù”.
Non solo: il presidente del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni
sociali sottolinea che attualmente “in molti contesti geografici, la comunicazione
si scontra con grandi difficoltà”, soprattutto là dove “si approvano nome che attentano
alla libertà di espressione, di opinione e di stampa”. Per questo, mons. Celli ribadisce
che “la posizione dei cristiani sarà sempre quella di cercare tutti i modi leciti
per denunciare le situazioni di ingiustizia e promuovere la diffusione della verità”,
perché “dire la verità sull’uomo alla luce della Parola di Dio è una delle missioni
dei comunicatori cattolici in America Latina”. Al secondo punto, poi, il presule pone
l’invito a “comunicare Cristo nelle periferie esistenziali!”, poiché è necessario
“promuovere la nuova evangelizzazione come un processo integrale dell’essere umano”,
recuperando così “la dignità di figli di Dio e cercando nuove forme di comunicazioni
favorevoli allo sviluppo”. Quindi, come terzo punto del suo discorso, mons. Celli
punta il dito contro due tentazioni dell’uomo di oggi, indicate da Papa Francesco
nella Messa a Santa Marta del 12 giugno scorso: “il retrocedere, per paura di quella
libertà che deriva dallo Spirito Santo” e, all’opposto, un certo “progressismo adolescente
pronto a seguire valori alla moda proposti dalla cultura dominante”. Al contrario,
sottolinea il presule, oggi è necessario seguire la legge dello Spirito Santo che
“ci porta su una strada di discernimento continuo per fare la volontà di Dio”. Infine,
il presule esprime l’auspicio che “i comunicatori cattolici dell’America Latina siano
veri testimoni di Cristo Risorto”. (A cura di Isabella Piro)