Gmg. Dino Boffo: Papa Francesco conquista con la sua novità
La Gmg di Rio de Janeiro ha calamitato l’attenzione mondiale grazie anche alle dirette
televisive e ai social network. Tra le tv italiane che hanno avuto gli ascolti maggiori
per la copertura del viaggio del Papa in Brasile spiccano Rainews24 e Tv2000.
Luca Collodi ha raccolto il commento del direttore della tv dei cattolici italiani,
Dino Boffo:
R. – Io direi
che questo Papa non sia difficile da conoscere. Non è, dunque, difficile decifrare
il suo successo. So che bisogna, però, applicarsi per raccontarlo, non continuando
ad usare la nostra stagionata tavolozza di colori, di argomenti, perché fare così
significa fallire. Bisogna tentare di farlo come se per la Gmg si sia trattato di
una formidabile avventura spirituale e culturale.
D. – La stampa laica ha maggiore
facilità oggi a parlare di Papa Francesco?
R. – A me sembra francamente di
cogliere più che altro un certo imbarazzo. Probabilmente, la stampa laica non era
pronta, e non è tuttora pronta, a cogliere il “novum” di questo Pontificato, che non
è solo recente, è proprio nuovo. E’ un Papa che guarda ai prossimi 50 anni della Chiesa.
La mia impressione è che la stampa laica sia tutta presa dalla contingenza vaticana,
dal colore, dal contorno, ma non riesca a decifrare Bergoglio con i colori e l’alfabeto
di Bergoglio.
D. – La stampa cattolica, invece, può avere elementi di novità
nel raccontare il Papa?
R. – Io direi che la stampa cattolica riesce nella
misura in cui fa parlare il Papa stesso e cerca di evidenziare che lui è interessato
a salvare il più possibile della sua personalità, del suo stile, del suo modo di essere
pastore. Se il Signore, infatti, l’ha scelto per il suo modo di essere pastore, è
evidente che lui intenda cambiare il meno possibile.
D. – Tv 2000 ha riscosso
un grande successo di pubblico. Addirittura, in alcune fasce orarie negli ultimi giorni
del viaggio del Papa in Brasile, ha avuto più ascoltatori della Rai. Come spiega
il successo di una tv cattolica nazionale?
R. – Io penso si spieghi con il
successo del Papa, non tanto con nostre ragioni, intrinseche al mezzo o alle nostre
singole abilità. Piuttosto la nostra abilità, se di abilità si tratta, è fare spazio
al protagonista, al Papa, e semmai ai giovani e al popolo brasiliano e, comunque,
fare spazio non al nostro racconto imbastito a prescindere: è stare inchiodati al
linguaggio del Papa, tentare di decodificarlo con i suoi stessi codici, con i suoi
precedenti, e poi lasciarsi stupire da Dio, da quello che Lui fa nella vita delle
persone, dalle coincidenze di cui Egli si serve per costruire le singole stagioni
della sua Chiesa. Io trovo che quello che cortesemente lei chiamava il successo della
mia emittente sia l’identificarsi, indovinando il sentimento popolare, interpretandolo,
ma anche traguardare l’obiettivo in avanti, come fa il Papa, verso i prossimi 50 anni
di questa Chiesa nel mondo.