L'arcivescovo di Rio: dalla Gmg uno spirito di unità e fratellanza per tutto il mondo
La Giornata mondiale della gioventù continua a far parlare i mass media di tutto il
mondo. Un evento che ha visto una grande partecipazione nella gioia e nella fraternità.
In particolare, nella Messa conclusiva a Copacabana, erano presenti oltre 3 milioni
di giovani. Ascoltia mo la riflessione dell’arcivescovo di Rio de Janeiro, mons.
Orani João Tempesta, al microfono di Silvonei Protz:
R. – Dicono
tre milioni e mezzo. E’ difficile sapere il numero esatto. Più che il numero, però,
è importante lo spirito di questi giovani: uno spirito di gioia, di speranza per il
futuro di un mondo migliore, più giusto, più fraterno. Questo è stato bello nelle
persone, che hanno dato una bellissima testimonianza di vita, di un raduno fatto in
pace e di bellezza della preghiera.
D. – Che Rio lascia il Santo Padre?
R.
– Una Rio con il cuore gioioso, per aver vissuto questo bellissimo momento nella sua
storia. Credo che sia stato il più grande evento vissuto a Rio de Janeiro.
D.
– Non solo i cattolici hanno ricevuto il Santo Padre, anche i membri di altre religioni
sono stati presenti agli eventi...
R. – Sì, come volontari e anche come partecipazione
agli eventi della Gmg. Tanti i cristiani di altre denominazioni ed anche altre religioni
che hanno partecipato. Il messaggio del Santo Padre, infatti, era rivolto a tutti,
a tutte le persone di buona volontà. Quando c’è la fame, quando ci sono i problemi,
ognuno deve fare la sua parte a qualunque religione appartenga. Credo che questo sia
un momento di unità, di partecipazione, per vedere come si possa fare di questo mondo,
un mondo più giusto.
D. – Quale momento le è rimasto più nel cuore?
R.
- Credo quel bambino che ha abbracciato il Santo Padre, vicino al palazzo arcivescovile,
a San Joaquin, che, piangendo, ha detto al Papa, con tutto il cuore: “Santo Padre,
io ti voglio bene”.