Calorosa accoglienza per il Papa nella favela di Varginha, un’ex discarica occupata
dal 1940. Di seguito il discorso di Papa Francesco:
Carissimi fratelli e sorelle,
buongiorno!
È bello poter essere qui con voi! È bello! Fin dall’inizio, nel
programmare la visita in Brasile, il mio desiderio era di poter visitare tutti i rioni
di questa Nazione. Avrei voluto bussare a ogni porta, dire “buongiorno”, chiedere
un bicchiere di acqua fresca, prendere un “cafezinho” - non un bicchiere di grappa!
- parlare come ad amici di casa, ascoltare il cuore di ciascuno, dei genitori, dei
figli, dei nonni... Ma il Brasile è così grande! E non è possibile bussare a tutte
le porte! Allora ho scelto di venire qui, di fare visita alla vostra Comunità; questa
Comunità che oggi rappresenta tutti i rioni del Brasile. Che bello essere accolti
con amore, con generosità, con gioia! Basta vedere come avete decorato le strade della
Comunità; anche questo è un segno di affetto, nasce dal vostro cuore, dal cuore dei
brasiliani, che è in festa! Grazie tante a ognuno di voi per la bella accoglienza!
Ringrazio gli sposi Rangler e Joana per le calorose parole.
1. Fin dal primo
momento in cui ho toccato la terra brasiliana e anche qui in mezzo a noi, mi sento
accolto. Ed è importante saper accogliere; è ancora più bello di qualsiasi abbellimento
o decorazione. Lo dico perché quando siamo generosi nell’accogliere una persona e
condividiamo qualcosa con lei - un po’ di cibo, un posto nella nostra casa, il nostro
tempo - non solo non rimaniamo più poveri, ma ci arricchiamo. So bene che quando qualcuno
che ha bisogno di mangiare bussa alla vostra porta, voi trovate sempre un modo di
condividere il cibo; come dice il proverbio, si può sempre “aggiungere più acqua ai
fagioli”! Si può aggiungere più acqua ai fagioli? ... Sempre? ... E voi lo fate con
amore, mostrando che la vera ricchezza non sta nelle cose, ma nel cuore!
E
il popolo brasiliano, in particolare le persone più semplici, può offrire al mondo
una preziosa lezione di solidarietà, una parola - questa parola solidarietà - spesso
dimenticata o taciuta, perché scomoda. Quasi sembra una brutta parola ... solidarietà.
Vorrei fare appello a chi possiede più risorse, alle autorità pubbliche e a tutti
gli uomini di buona volontà impegnati per la giustizia sociale: non stancatevi di
lavorare per un mondo più giusto e più solidale! Nessuno può rimanere insensibile
alle disuguaglianze che ancora ci sono nel mondo! Ognuno, secondo le proprie possibilità
e responsabilità, sappia offrire il suo contributo per mettere fine a tante ingiustizie
sociali. Non è, non è la cultura dell’egoismo, dell’individualismo, che spesso regola
la nostra società, quella che costruisce e porta ad un mondo più abitabile; non è
questa, ma la cultura della solidarietà; la cultura della solidarietà è vedere nell’altro
non un concorrente o un numero, ma un fratello. E tutti noi siamo fratelli!
Desidero
incoraggiare gli sforzi che la società brasiliana sta facendo per integrare tutte
le parti del suo corpo, anche le più sofferenti e bisognose, attraverso la lotta contro
la fame e la miseria. Nessuno sforzo di “pacificazione” sarà duraturo, non ci saranno
armonia e felicità per una società che ignora, che mette ai margini e che abbandona
nella periferia una parte di se stessa. Una società così semplicemente impoverisce
se stessa, anzi perde qualcosa di essenziale per se stessa. Non lasciamo, non lasciamo
entrare nel nostro cuore la cultura dello scarto! Non lasciamo entrare nel nostro
cuore la cultura dello scarto, perché noi siamo fratelli. Nessuno è da scartare" Ricordiamolo
sempre: solo quando si è capaci di condividere ci si arricchisce veramente; tutto
ciò che si condivide si moltiplica! Pensiamo alla moltiplicazione dei pani di Gesù!
La misura della grandezza di una società è data dal modo con cui essa tratta chi è
più bisognoso, chi non ha altro che la sua povertà!
2. Vorrei dirvi anche che
la Chiesa, “avvocata della giustizia e difensore dei poveri contro le disuguaglianze
sociali ed economiche intollerabili che gridano al cielo” (Documento di Aparecida,
395), desidera offrire la sua collaborazione ad ogni iniziativa che possa significare
un vero sviluppo di ogni uomo e di tutto l’uomo. Cari amici, certamente è necessario
dare il pane a chi ha fame; è un atto di giustizia. Ma c’è anche una fame più profonda,
la fame di una felicità che solo Dio può saziare. Fame di dignità. Non c’è né vera
promozione del bene comune, né vero sviluppo dell'uomo, quando si ignorano i pilastri
fondamentali che reggono una Nazione, i suoi beni immateriali: la vita, che è dono
di Dio, valore da tutelare e promuovere sempre; la famiglia, fondamento della convivenza
e rimedio contro lo sfaldamento sociale; l’educazione integrale, che non si riduce
ad una semplice trasmissione di informazioni con lo scopo di produrre profitto; la
salute, che deve cercare il benessere integrale della persona, anche della dimensione
spirituale, essenziale per l'equilibrio umano e per una sana convivenza; la sicurezza,
nella convinzione che la violenza può essere vinta solo a partire dal cambiamento
del cuore umano.
3. Un’ultima cosa vorrei dire, un'ultima cosa. Qui, come
in tutto il Brasile, ci sono tanti giovani. Eh giovani! Voi, cari giovani, avete una
particolare sensibilità contro le ingiustizie, ma spesso siete delusi da fatti che
parlano di corruzione, da persone che, invece di cercare il bene comune, cercano il
proprio interesse. Anche a voi e a tutti ripeto: non scoraggiatevi mai, non perdete
la fiducia, non lasciate che si spenga la speranza. La realtà può cambiare, l’uomo
può cambiare. Cercate voi per primi di portare il bene, di non abituarvi al male,
ma di vincerlo con il bene. La Chiesa vi accompagna, portandovi il bene prezioso della
fede, di Gesù Cristo, che è «venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza»
(Gv 10,10).
Oggi a tutti voi, in particolare agli abitanti di questa Comunità
di Varginha dico: non siete soli, la Chiesa è con voi, il Papa è con voi. Porto ognuno
di voi nel mio cuore e faccio mie le intenzioni che avete nell’intimo: i ringraziamenti
per le gioie, le richieste di aiuto nelle difficoltà, il desiderio di consolazione
nei momenti di dolore e di sofferenza. Tutto affido all'intercessione di Nostra Signora
di Aparecida, Madre di tutti i poveri del Brasile, e con grande affetto vi imparto
la mia Benedizione. Grazie!