2013-07-30 15:03:50

Nigeria: bombe e morti nel quartiere cristiano. Il card. Onayekan: serve dialogo con islamisti


E’ salito a 24 il numero delle vittime delle esplosioni che lunedì notte hanno colpito Kano, nel nord della Nigeria. Il bersaglio è stato un bar nel quartiere di Sabon Gari, abitato prevalentemente dalla locale minoranza cristiana. La stessa zona in precedenza era stata attaccata dagli estremisti islamici Boko Haram. Sulle reazioni a questo ennesimo attentato, Michele Raviart ha intervistato il cardinale John Onajekan, arcivescovo di Abuja:RealAudioMP3

R. - C’è veramente grande dolore! Queste persone continuano a piazzare le bombe qui e là…. Sembra che ancora non siamo riusciti a fermarli, nonostante le forze dell’ordine abbiano fatto molto. Tutto questo prova che il problema non si risolve solo con le armi. Ci vorrebbero ancora più contatti personali tra i diversi ceppi della società nigeriana, contatti anche interreligiosi, affinché si riesca, poco a poco, a convincere questa gente che questo non è il modo giusto né di fare le cose, né di fare onore a Dio, né di costruire una nuova società nigeriana. Secondo me, questi problemi non si affrontano con la dovuta serietà!

D. - Come sta vivendo la comunità cristiana questi assalti?

R. - Tutti quelli che vivono in quella zona della Nigeria sono in pericolo. Le bombe sono esplose nella zona di Kano, generalmente occupata da nigeriani da altre parti della Nigeria. In questa zona, c’è un grande numero di cristiani, ma ci sono anche dei musulmani. Hanno detto che la bomba è stata piazzata vicino ad un bar, dove la gente beveva e mangiava: un divertimento innocente, ma orse quella gente pensa che dove via sia alcool, quello sia un bersaglio legittimo. In Nigeria, non c’è una legge che proibisce la vendita e la consumazione di alcool.

D. - Chiaramente, si parla in questo caso di Boko Haram…

R. - Adesso non si capisce più neanche chi siano in Boko Haram. Se c’è un gruppo, se ce ne sono invece diversi, o altra gente, che è uscita dall’organizzazione con un suo programma di violenze. Purtroppo, il governo non è riuscito ad individuarli e ad identificarli con certezza.

D. - Quale può essere il cammino da intraprendere per la pacificazione?

R. - Prima di tutto, una risposta immediata delle forze dell’ordine, presenti in modo massiccio ovunque nelle zone del Nord, ma che rendono molto difficile la vita quotidiana delle persone, ad esempio con i posti di blocco. Ma questo è solo una parte. Tutto il discorso della pacificazione del Paese fra i diversi gruppi nigeriani deve riguardare non solo quella religiosa tra cristiani e musulmani, ma anche quella politica. I politici continuano a giocare a fare i politici. Se non riusciamo a costruire dei dibattiti per far pace fra di noi, ci saranno sempre i pazzi che commetteranno atti tragici come quello di ieri sera.







All the contents on this site are copyrighted ©.