2013-07-30 14:33:58

Il Papa a "TV Globo": Dio chiede semplicità e il popolo sacerdoti poveri


Ha fatto il giro del mondo, suscitando enorme sorpresa, l'intervista concessa da Papa Francesco ai giornalisti presenti con lui sul volo che rientrava a Roma da Rio de Janeiro. In particolare, ha colpito la schiettezza, l'estrema libertà a anche l'umorismo con i quali il Papa ha risposto via via alle domande, anche le più delicate, senza reticenze. Un dialogo franco, ben oltre l'intervista, che aveva avuto un precedente quando prima di ripartire dal Brasile Papa Francesco aveva concesso su temi analoghi una intervista all'emittente brasiliana “TV Globo”. Il servizio di Roberta Gisotti:RealAudioMP3

Colpisce il tono colloquiale, a volte scherzoso, ironico, nelle risposte del Papa su temi tanto seri posti nell’intervista, anzitutto sulle sue scelte di semplicità: le auto modeste e la sua abitazione a Santa Marta. “Il nostro popolo esige la povertà dai nostri sacerdoti”. “Un prete ha bisogno di una macchina” ma “modesta” non dell’ultimo modello, ha risposto Francesco. Poi ha detto, abito a Santa Marta perché “non riesco a vivere da solo. Non posso vivere rinchiuso”. E, con ironia, ha aggiunto: “Me lo ha raccomandato lo psichiatra”. Quindi, ha sottolineato: “Credo che Dio ci chiede in questo momento più semplicità”.

In tema di sicurezza, laddove qualche problema è insorto in Brasile, il Papa ha chiarito: “Cono incosciente ma non ho paura” e “quando sono in macchina per strada, apro la finestra”. “Non sarei potuto venire qui” “rinchiuso in una scatola di vetro” “O si fa il viaggio come deve essere fatto o non si fa”. “Tutte le forze di sicurezza hanno lavorato molto bene”.

Sull’attesa riforma della Curia romana, il Papa ha dichiarato: “Ci sono cose che erano utili nel secolo passato, altre epoche, altri punti di vista, che adesso non servono più e devono essere riorganizzate”. Nella Curia “ci sono molti santi”, cardinali, vescovi, sacerdoti, religiosi, laici, “gente di Dio, che ama la Chiesa”, ma “ciò non si vede tanto”. Piuttosto, “si sente il rumore degli scandali” perché “fa più rumore un albero che casca che un bosco che cresce”. E tra gli scandali il Papa ha ricordato quello recente del trasferimento illegale di denaro attraverso lo Ior da parte di un monsignore. “Bel favore che ha fatto questo signore alla Chiesa!”, ha esclamato Francesco. Riconosciamo che lui si è comportato male, la Chiesa lo deve punire nella forma giusta, perché agiva male”. Riguardo i lavori della Commissione incaricata di riformare la Curia, “sono già arrivati molti documenti”, ma Francesco ha anticipato che alla riunione di ottobre, ne seguiranno altre due o tre, prima di qualsiasi decisione “definitiva”. “La riforma della Curia è cosa molto seria”, ha osservato, e le proposte “devono essere maturate”.

Nell’intervista, una domanda anche su Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, presto canonizzati insieme, “modelli di Chiesa complementari”, ha osservato Papa Francesco. “Entrambi hanno testimoniato un rinnovamento della Chiesa e, allo stesso tempo, hanno saputo mantenere la tradizione della Chiesa. Entrambi hanno aperto le porte al futuro. Giovanni XXIII ha aperto la porta del Concilio che fino ad oggi ci ispira – ha ricordato Francesco – ma che non è stato ancora messo pienamente in pratica. Mettere in pratica le decisioni di un Concilio non è facile, bisogna aspettare”, “ci vogliono in media 100 anni". Dunque, ha detto il Papa, "siamo a metà strada”. Giovanni Paolo II invece “ha preso la valigia e ha girato il mondo. È stato un missionario, è andato a diffondere il messaggio della Chiesa. Un missionario. Sono due grandi uomini per la Chiesa di oggi”.

Quindi, un monito pensando soprattutto ai giovani e agli anziani. “Chi comanda oggi è il denaro. Ciò porta – ha commentato il Papa – a una politica economicistica, senza qualsivoglia controllo etico, un economicismo autosufficiente, che suddivide i gruppi sociali sulla base della convenienza”. “Quando regna nel mondo la feroce idolatria del denaro, ci si concentra molto nel centro e le estremità della società sono dimenticate, trascurate, scartate. Fino adesso, abbiamo chiaramente visto come fanno a scartare gli anziani. Ci sta tutta una filosofia per scartare gli anziani. Non servono. Non producono. Anche i giovani non producono molto. Hanno bisogno di formazione. Ciò che stiamo vedendo adesso è che l’altra estremità, quella dei giovani, sta per essere scartata”. Ma “se scartiamo entrambi, il mondo crolla….” “manca un’etica umanistica nel mondo questo è un problema mondiale”, avverte il Papa. “Oggi, ci sono bambini che non hanno da mangiare. Bambini che muoiono di fame, denutriti”. “Ci sono malati che non hanno accesso alle cure. Ci sono uomini e donne senza dimora e che d’inverno muoiono di freddo. Ci sono bambini senza educazione. Ma nulla di ciò fa notizia. Quando però alcune borse perdono 3 o 4 punti, questa situazione viene trattata come una grande catastrofe”. “Perciò dobbiamo ricuperare gli estremi, anziani e giovani. E non cascare in una globalizzazione dell’indifferenza verso questi due estremi che sono il futuro della società”.

Infine, un messaggio per tutti al momneto di lasciare il Brasile: “Dobbiamo stimolare una cultura dell’incontro”, “penso che sia importante che tutti noi lavoriamo per gli altri, riducendo l’egoismo”. “Un lavoro per gli altri fondato sui valori della propria fede”. E se, “ogni religione ha le sue credenze”, bisogna - “immersi nei valori della propria fede” - lavorare per il prossimo. “Sarà proprio questo lavoro per gli altri il punto d’incontro”. “Uscire da sé stessi per risolvere gli enormi problemi mondiali”.







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