2013-07-26 15:31:09

Presentata la 70.ma Mostra del cinema di Venezia


Presentata la 70.ma edizione della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, che si svolgerà al Lido dal 28 agosto all’8 settembre. Molti i Paesi invitati, molti gli autori noti e molti i registi al loro esordio. Un unico tema declinato nei diversi generi e stili: la crisi dell’uomo contemporaneo, l’immagine di una società dal volto tragico. Il servizio di Luca Pellegrini:RealAudioMP3

La Biennale di Venezia, che da settant’anni organizza la Mostra del Cinema, ha attraversato porzioni significative di storia italiana, ne ha vissuto stagioni felici e momenti di crisi. Riflettendo sul passato e sul presente, il suo presidente, Paolo Baratta, individua la caratteristica principale che l’ha resa e mantenuta una delle Istituzioni più stimate e seguite al mondo:

“Quello che si è riusciti a fare in tanti anni, valorizzando e avvalendosi di tutta la storia che deriva da questi 70 anni, dalla Mostra del cinema e ancora di più dalla lunga storia della mostra d’arte: facendo tesoro di questo, si è potuti restare fedeli alla propria missione, rinnovando ogni anno il modo di svilupparla. L’avere mantenuto alto non soltanto l’impegno organizzativo, gli investimenti, le risorse, ma quella che io chiamo l’integrità dell’istituzione - e cioè la fedeltà alla sua missione, a non lasciarsi distrarre da tentazioni possibili, dall’eventismo di stampo commerciale - ha prodotto questo straordinario effetto: la stima e la fiducia del mondo nell’istituzione culturale. La cultura produce nei confronti del resto del sistema effetti che non sono facilmente misurabili. Quindi, la stima e la fiducia che il mondo ha nei confronti dell’istituzione cultura sono la base assoluta perché lo scambio possa continuare ad alto livello e continuare in modo efficace”.

Quanto al cinema, è il direttore, Alberto Barbera, a parlare di Mostra che ha preso coscientemente dei rischi. Con opere che avvicinano grandi autori come Gianni Amelio, Terry Gilliam, Stephen Frears, Miyazaki, Tsai Ming-liang e Amos Gitai a giovani per la prima volta in competizione, come la regista teatrale Emma Dante o il documentarista Gianfranco Rosi o l’eclettico James Franco. Un cinema del XXI secolo, come conferma il direttore della Mostra:

“Il cinema è un corpo esploso, frammentato, i cui frammenti vanno un po’ in tutte le direzioni. E’ un cinema alla ricerca di un nuovo equilibrio, di un nuovo paradigma. E’ un cinema che è sotto la spinta soprattutto dell’evoluzione digitale da un lato e delle difficoltà economiche che caratterizzano l’industria del cinema un po’ dappertutto. E’ un cinema che sta esplorando nuove modalità, nuovi modelli, nuovi linguaggi, nuove estetiche, che sta segnando il passo, a volte tentando un ritorno all’indietro, ma nello stesso tempo è un cinema che guarda al futuro. Non è sicuramente un organismo morto o moribondo. E’ un organismo vitalissimo che cerca di combattere la crisi, che cerca di trovare il modo di uscirne, di stabilire nuovi paradigmi, di stabilire un nuovo rapporto con il pubblico. Allora, credo che questo sia l’elemento determinante e l’elemento caratterizzante di questa Mostra, imprevedibile in larga misura: è vero che ci sono alcuni grandi autori, alcuni nomi attesi, ma è una Mostra un po’ inaspettata, fatta di esordienti, di talenti non ancora conosciuti e riconosciuti, fatta di film che sulla carta è difficilissimo prevedere cosa siano. E che saranno sorprese, perché anche quando pensi di immaginare cosa possano essere, poi scopri che sono qualcos’altro”.

Cinema che esplora, amplifica, racconta la crisi dell’uomo e della società contemporanei:

“Il cinema è sempre stato in qualche modo l’antenna più sensibile, perché era la forma di comunicazione più diffusa, più frequentata dal pubblico, dagli spettatori, che influenzava nel modo più profondo e più intenso anche tutte le altre forme di espressione e di comunicazione. Quindi, ha sempre avuto questo ruolo e oggi non lo ha perso, anche se ha perso la centralità che possedeva nel sistema dei media. Però, continua a essere un punto di riferimento. Il fatto che il cinema abbia mantenuto inalterata questa capacità di riflettere, in un modo o nell’altro, di rispecchiare quello che sta succedendo nella società contemporanea è un altro segnale di questa vitalità. Che poi questo rispecchiarsi sia spesso drammatico, addirittura tragico, passi attraverso metafore, racconti e situazioni estreme, radicali, provocatorie - che utilizzano elementi della cronaca quotidiana come la violenza sulle donne, la violenza sui bambini, la necrofilia, la prostituzione che sono temi con cui la cronaca ci obbliga a fare i conti tutti i giorni - che li utilizzi all’interno di un contesto più profondo, più articolato che è di riflessione, che è di approfondimento, che è di denuncia, questo è l’altro elemento di grande interesse di questa Mostra”.







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