Pena di morte: prosegue la tendenza verso l'abolizione
Un'evoluzione positiva verso l'abolizione della pena di morte, piccoli passi in avanti
della Cina - che si conferma comunque il primo 'Paese boia' con 3.000 esecuzioni su
un totale mondiale di quasi 4.000 - e il pericolo recrudescenza in alcuni Stati, in
moratoria di fatto, che invece hanno ripreso le esecuzioni. Questo il quadro che emerge
dal Rapporto 2013 di Nessuno tocchi Caino presentato a Roma e dedicato quest'anno
al governatore del Maryland, diventato lo scorso maggio il sesto Stato americano in
sei anni ad abrogare la pena di morte.
Pur mantenendo il triste primato di
esecuzioni effettuate - seguita da Iran, Iraq e Arabia Saudita - la Cina ha fatto
registrare un significativo calo nel 2012 (1.000 esecuzioni in meno dell'anno scorso).
Il cambiamento piu' rilevante avvenuto nella Repubblica popolare – è stato sottolineato
- e' il fatto che adesso la pena di morte la puo' comminare solo la corte centrale.
Ma
la preoccupazione piu' grande oggi, anche in vista del rinnovo nel 2014 della risoluzione
Onu sulla moratoria, - è stato detto - è il fenomeno di quei Paesi che stanno tornando
indietro. Stati che erano in moratoria di fatto e sono passati a una ripresa della
esecuzioni come Gambia, Giappone, Pakistan e Kuwait.
Un capitolo a parte meritano
Europa e Stati Uniti. Il Vecchio Continente sarebbe totalmente libero dalla pena di
morte se non fosse per la Bielorussia, dove nel 2012 sono state effettuate almeno
tre esecuzioni.
Negli Stati Uniti ce ne sono state, invece, 43, stesso numero
del 2011 ma in meno Stati. Altri due Stati hanno abolito la pena di morte: il Connecticut
e il Maryland.