Messa del Papa a Sumaré: i nonni trasmettono sapienza, sono il “vino buono” della
società
“Che il Signore benedica i nostri nonni” e ci permetta di “invecchiare con sapienza”
per poterla trasmettere agli altri. È l’auspicio formulato ieri da Papa Francesco
alla Messa a Sumaré, nel giorno in cui la Chiesa celebra la memoria dei genitori della
Vergine, Gioacchino e Anna, e in molte nazioni del mondo si festeggiano i nonni. A
concelebrare l’Eucaristia col Papa vi erano alcuni Padri gesuiti presenti a Rio de
Janeiro. Il servizio di Alessandro De Carolis:
Avere la saggezza
di sentirsi un “anello della catena” della storia del mondo, che è iniziata prima
e proseguirà in futuro, un futuro sul quale “scommettere” quello dei nipoti. È questo
che ci si aspetta dai nonni ed è questo – ha affermato Papa Francesco – che certamente
furono Anna e Gioacchino, i nonni di Gesù, che “accettarono di essere un anello della
catena” nella storia della salvezza. Una “promessa”, che come genitori della Vergine,
poterono solo “salutare da lontano”, ma alla quale “credettero” con “umiltà”. Un atteggiamento
che, da una diversa prospettiva, è riscontrabile in tutti i nonni del mondo:
“I
nonni hanno questo, che quando vedono il nipote scommettono sulla vita e sul futuro
e desiderano la cosa migliore per il nipote, la cosa migliore. Oggi ci farà bene pensare
ai nostri nonni; quando siamo nati, tutto il bene che hanno voluto per noi e la sapienza
che ci hanno trasmesso, perché i nonni in un Paese sono quelli che devono trasmettere
la sapienza, no? E la lasciano come eredità. Chiedere al Signore che benedica molto
i nostri nonni: loro sono stati un anello nella vita”.
Papa Francesco ha
chiesto con insistenza a Cristo di benedire questa capacità dei nonni di donare senza
pretese l’esperienza maturata a chi viene dopo di loro. “E che a noi – ha proseguito
riferendosi ai suoi confratelli Gesuiti – doni la grazia di invecchiare con sapienza,
di invecchiare con dignità, per poter essere nonni ‘materiali’ o i consacrati spirituali”:
“Trasmettere
sapienza. Che noi si possa essere come il buon vino, che quando invecchia migliora:
è più buono! Il vino cattivo diventa aceto. Che noi si possa essere come il buon vino.
Che noi si possa invecchiare con sapienza, per poter trasmettere sapienza. E anche
chiedere la grazia di non credere che la storia finisca con noi, perché non è neanche
cominciata con noi: la storia continua. E che ci doni anche un pochino di umiltà,
per poter essere anello della catena e poterlo credere”.