Il Papa ai giovani detenuti: "Mai più violenza, solo amore!". P. Lombardi: messaggio
forte
La Messa, le confessioni, l’incontro con i giovani detenuti, l’Angelus, sono stati
i momenti che hanno caratterizzato la mattinata di ieri del Papa a Rio de Janeiro.
Roberto Piermarini ne ha parlato con il direttore della Sala Stampa vaticana,
padre Federico Lombardi:
R. - L’incontro
con i detenuti è stato un momento particolarmente importante perché, come sappiamo,
Papa Francesco con i detenuti giovani ha una lunga familiarità, ha anche un’amicizia
perdurante con un gruppo di loro: mi ha detto che telefona praticamente ogni due settimane
a un gruppo di giovani carcerati in Argentina che conosce. Ne aveva conosciuti alcuni,
poi questi hanno fatto amicizia con altri che sono nel carcere e quindi il gruppo
adesso è numeroso e lui continua a coltivare questa amicizia. Ce ne siamo resi conto
lo scorso Giovedì Santo, quando ha voluto andare a fare la “lavanda dei piedi” nel
Carcere minorile di Casal del Marmo, vicino a Roma. E il fatto che abbia voluto vedere,
nell’ambito della Giornata mondiale della Gioventù, dei giovani carcerati significa
che ha presente questa realtà. I giovani sono anche i giovani carcerati, che infatti
erano presenti all’incontro con lui con le loro magliette della Giornata della Gioventù
di Rio ed erano, quindi, un bel gruppo di giovani, anch’essi inseriti negli eventi
di questi giorni. Naturalmente, erano molto emozionati: erano sei ragazzi e due ragazze,
di quattro diversi Carceri minorili della zona di Rio, e hanno potuto esprimersi.
C’era soprattutto una ragazza che era molto loquace e quindi ha raccontato al Papa
diverse cose, ha fatto benedire vari oggetti, gli ha cantato una piccola canzone che
aveva composto per lui, gli ha letto una lunga lettera scritta a nome delle sue compagne
di detenzione. E poi, hanno dato tutti insieme al Papa un dono particolare che è come
un grandissimo Rosario di polistirolo, con dei grani di polistirolo legati tra loro,
e sulla Croce all’inizio del Rosario c’è scritto “Candelaria nunca mais”, che vuol
dire “Mai più Candelaria”. Candelaria è un fatto terribile di violenza in cui sono
morti diversi giovani. [All'alba del 22 luglio 1993, sul portale della Chiesa della
Candelaria a Rio de Janeiro alcuni bambini e adolescenti di strada furono uccisi da
un gruppo di uomini armati - ndr]. E sui grani del Rosario sono scritti i nomi di
tanti giovani morti in queste circostanze. Il Papa ha pregato, ricordando anche i
defunti che hanno sofferto violenza, ed ha invitato tutti i giovani presenti a non
scoraggiarsi e continuava a ripetere: “Violencia nunca mais! Mai più la violenza,
solo amore! Mai più la violenza, solo amore!”. Quindi, ha dato un messaggio forte.
Forse, per qualcuno di loro nei giorni prossimi ci sarà anche una misura di clemenza,
per cui questo incontro prelude anche a una nuova possibilità nella loro vita. Speriamo
che possano usarla bene. In questo, c’è l’importanza dell’impegno di tutta la società
attorno ai giovani, perché possano ritrovare speranza, impegno e una vita inserita
nella società come vita di amore e di pacifica convivenza con gli altri e non di violenza.
D. - In questa giornata penitenziale della Gmg, c’è anche un momento importante,
oltre alla Via Crucis: il momento delle confessioni. Il Papa ha confessato alcuni
giovani…
R. - Sì, esattamente come aveva fatto Benedetto XVI a Madrid, il Papa
è andato nel Parco dove erano allestiti tutti i confessionali e dov'era anche una
grande tenda dove si può fare l’Adorazione perpetua e prepararsi per le confessioni.
Sotto questa grande tenda, c’era un confessionale preparato per il Papa, uno simile
a tutti gli altri. Il Papa si è messo lì e cinque giovani – tre brasiliani, un’italiana
e una venezuelana – si sono confessati da lui. In maggioranza si sono andati a mettere
inginocchiati vicino a lui, invece che attraverso la grata, in un modo molto diretto
e molto familiare. E’ stato un momento bello: sappiamo che il Papa desidera confessare
e ogni tanto si è lamentato – mi pare in occasione di un Angelus o in un’altra occasione
– di non avere questa possibilità di farlo frequentemente. Anche a Roma, quando è
andato a visitare una parrocchia, ha colto l’occasione ed ha confessato sette-otto
persone prima della Messa. E quindi per lui è anche un ministero importante come per
i sacerdoti di tutto il mondo.
D. - Padre Lombardi, ricorre la Festa dei nonni:
il Papa lo ha ricordato sia nella Messa di questa mattina, sia all’Angelus…
R.
- Sì, perché Anna e Gioacchino sono i nonni di Gesù. Infatti, sappiamo come anche
nella vita di tutti noi la figura dei nonni spesso è importantissima, anche nell’educazione
della fede, nell’avvicinarsi con affetto e con gentilezza alle buone tradizioni cristiane,
alla saggezza di vita. E questo è un tema che il Papa sente moltissimo: ha detto anche
più volte che questa Giornata della Gioventù deve vedere insieme i giovani e gli anziani.
Allora, il fatto di questa festa si prestava molto per approfondire questo tema e
lo ha fatto all’Angelus, in pubblico, ma lo aveva fatto già durante la mattina, nella
Messa privata in cui erano presenti una decina di suoi confratelli gesuiti qui di
Rio de Janeiro.
D. - Padre Lombardi, anche quest’oggi abbiamo visto che Papa
Francesco ha una grandissima vitalità…
R. - Sì, sembra proprio inesauribile.
Speriamo che non esageri, ma certamente fino ad ora ce l’ha fatta molto bene e mi
pare che i giovani apprezzino molto che lui dia tanta energia per loro.