I giovani a Rio: con Papa Francesco per mostrare la nostra gioia di essere cristiani
Nonostante il freddo e la pioggia, erano dunque oltre un milione, sulla spiaggia di
Copacabana i giovani arrivati dai cinque continenti per far sentire a Papa Francesco
tutto il loro calore e la loro gioia. Il servizio di Marina Tomarro:
"Bote fe-Metti
fede" e la tua vita avrà un sapore nuovo. Metti fede, metti speranza, metti amore
e il tuo cammino sarà gioioso, perché incontrerai tanti amici che camminano con te”.
Le parole di Papa Francesco risuonano lungo tutta la spiaggia di Copacabana, invasa
da oltre un milione di giovani accorsi, sperando di poterlo vedere, anche se da lontano,
magari attraverso uno dei tanti maxischermi sparsi sul lungomare. Ma questi ragazzi
come hanno vissuto questo atteso incontro? Ascoltiamo alcuni di loro:
R. –
Veniamo da Buenos Aires. Ci siamo preparati quasi due mesi per poter essere qui, per
poter accompagnare il Santo Padre. Vogliamo mostrare la gioia di essere cristiani.
D.
– Ieri mattina, il Papa ha incontrato i giovani argentini: quali sono le parole che
ti rimarranno nel cuore?
R. – Ha detto di cercare di non essere esclusi e questa
cosa mi ha fatto pensare. Non è essere esclusi: nel senso di essere tutti inclusi
nella fede e non nel senso di sentirsi esclusi dalla società… Non sentirsi esclusi
di partecipare la fede al altri, considerarsi qualcosa di importante: per Dio siamo
importanti!
D. – Cosa porterai in Argentina di queste giornate?
R. –
Soprattutto la gioia, la gioia di tanti giovani che vediamo, e una grande speranza
che tanti giovani radunati per un solo obiettivo: manifestare Gesù agli altri, a se
stessi e accompagnare il nostro Santo Padre.
R. – Per me, l’emozione comunque
sempre grande, anche visto dal contesto e da tutte queste persone, questi ragazzi
che sono qua. E’ bello sapere che siamo qua tutti per lo stesso motivo. Questo è veramente
emozionante!
R. - Veniamo dalla diocesi di Torino. Siamo una cinquantina, la
maggior parte giovani. L’emozione è grande per il motivo di incontrare il nostro pastore,
il Papa. E’ un grande dono questo Papa!
R. – E’ bello vedere che la gioia nella
fede è condivisa da tante, tante persone, che si ritrovano su questa spiaggia nonostante
il freddo. Abbiamo fatto tanti chilometri a piedi, ma siamo arrivati qua, a Copacabana,
per ascoltare le parole del Papa che sicuramente saprà trasmetterci qualcosa di forte.
D. – Come le stai vivendo queste giornata?
R. – Bene. Le stiamo vivendo
bene, anche se sono molto stancanti. Ma siamo un bel gruppo e riusciamo a condividere
le fatiche e ad essere contenti lo stesso.
R. – Con la felicità e la gioia
di essere una Chiesa viva. Forse qui riusciamo a capire davvero l’aspetto dell’universalità
di questa Chiesa: non è la nostra parrocchia, non è magari la nostra città, ma è qualcosa
di mondiale che abbraccia tutto il mondo.
D. – Il Papa vi ha invitato a seguire
le orme di Cristo. Allora come rispondiamo a questa esortazione di Papa Francesco?
R.
– Ci mettiamo in ascolto e prepariamo i cuori per questo compito, sicuramente difficile,
e speriamo che questa Giornata mondiale ci possa aiutare, attraverso le catechesi,
a capire come seguire queste orme e la sua strada.
R. – Veniamo da Saint Louis
e la nostra emozione è molto grande, perché è la prima volta che il Papa viene ed
è il primo Papa dell’America Latina. Siamo molto felici di stare qui, con i nostri
amici e con tutti, perché siamo qui - tutti giovani - per poter dimostrare la nostra
fede in Gesù e per pregare per tutto il mondo.
R. – Siamo qui, pieni di speranza.
Per noi vuol dire, dire un “sì” al Papa e a quello che lui ci chiede.