“La Siria uscirà dalla crisi più forte e resistente contro l’entità sionista”. Così
si è espresso oggi, nei confronti di Israele, il ministro degli Interni siriano,
generale Muhammad Shaar. A Damasco da ieri si trova Ake Sellstrom, il capo della missione
Onu che dovrà verificare se vi sia stato o meno l’uso di armi chimiche da parte dell’esercito,
ipotesi che il governo nega, rovesciando le accuse in merito sui ribelli. Continua
intanto la violenza nei sobborghi di Damasco, dove oggi è esplosa un'autobomba provocando
numerose vittime, così come in molte altre parti del Paese. In particolare peggiora
la situazione al confine con la Turchia: oggi è morto in ospedale Ahmet Gunduz, il
giovane turco che una settimana fa era rimasto colpito da un proiettile vagante sparato
dall’altro lato della frontiera. Intanto, l’Osservatorio siriano per i diritti umani
afferma che sarebbero oltre duemila le persone uccise nel Paese dall’inizio del Ramádan,
tra queste più di cento bambini. (R.B.)