I politici cattolici e i valori non negoziabili al centro di un convegno a Roma
I cattolici in politica non difendono valori cattolici, ma valori per il bene dell’intera
collettività, come vita, famiglia, dignità della persona. E’ la convinzione alla base
del convegno, questo pomeriggio a Roma, sul tema "I valori non negoziabili nell’attuale
orizzonte dei cattolici impegnati in politica”. A organizzare l’evento, l’Unione giuristi
cattolici italiani. Paolo Ondarza ha intervistato Fabio Macioce, segretario
dell’organizzazione:
R. - Il problema
è che la cultura diffusa oggi, quella più diffusa sui mezzi di comunicazione, quella
più condivisa anche dai grandi partiti dal Pd al Pdl, al Movimento cinque stelle,
è una cultura estranea al discorso di valori non negoziabili. Una cultura per la quale
l’individuo può far di sé stesso e della propria vita tutto quello che vuole. E' una
cultura individualista, libertaria, per la quale lo Stato e il diritto non possono
in alcun modo sindacare le scelte del singolo.
D. - Difendere i valori non
negoziabili, non fa prendere voti?
R. - Evidentemente no, soprattutto quando
il discorso tende a rimanere un pochino astratto. Io credo che quello che dovrebbero
fare i nostri politici cattolici è cominciare a testimoniare, a far capire che la
difesa di alcune molto concrete - la famiglia, la giustizia, l’uguaglianza, la dignità
della persona - sono battaglie che servono a tutti per una società più giusta, più
degna, in cui tutti possano sentirsi accolti.
D. - Il parlamento proprio in
questi giorni sta esaminando il controverso provvedimento contro l’omofobia, che instaura
il reato di discriminazione di genere con pene come la reclusione fino a quattro anni...
R.
- Che l’omofobia sia odiosa non c’è dubbio, e dovremmo dirlo tutti con forza. Certo,
però quando si puniscono reati di questo tipo o si sanzionano comportamenti di questo
genere, c’è il rischio forte e fondato che venga introdotto nel nostro ordinamento
un reato d’opinione, cioè un reato per il quale non è lecito pensarla diversamente
ed esprimere il proprio pensiero. Questo è un rischio che va evitato assolutamente
e invece nel disegno di legge questo rischio è forte e consistente.