Le parole del Papa nell'incontro con i giornalisti durante il volo Roma-Rio
Papa Francesco durante il volo da Roma a Rio de Janeiro, lunedì 22 luglio, per la
28.ma Giornata mondiale della gioventù ha incontrato i giornalisti del seguito. Il
portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, ha introdotto l’incontro:
Padre
Lombardi: Santo Padre Francesco, benvenuto in mezzo a questa comunità volante
di giornalisti, di operatori delle comunicazioni. Noi siamo molto emozionati di accompagnarLa
nel suo primo viaggio intercontinentale, internazionale, dopo averLa già seguita a
Lampedusa con molta emozione! Tra l’altro è il primo viaggio nel suo continente, alla
fine del mondo. E’ un viaggio con i giovani. Quindi c’è un grande interesse. Come
vede abbiamo occupato tutti i posti disponibili per i giornalisti su questo volo.
Siamo più di 70 persone, e questo gruppo è composto con criteri di grande varietà,
cioè ci sono i rappresentanti delle televisioni – sia redattori, sia cameramen – ci
sono i rappresentanti della stampa scritta, delle agenzie di stampa, della radio,
operatori di internet… Quindi, praticamente, tutti i media sono rappresentati in modo
qualificato. E sono anche rappresentate le culture, le lingue diverse. Abbiamo, su
questo volo, un bel gruppo di italiani, poi ci sono naturalmente i brasiliani che
sono venuti anche dal Brasile per volare insieme con Lei: ci sono dieci brasiliani
che sono venuti apposta per questo. Poi ci sono dieci degli Stati Uniti d’America,
nove della Francia, sei della Spagna; poi ci sono inglesi, messicani, tedeschi; anche
Giappone, Argentina – naturalmente –, Polonia, Portogallo e Russia sono rappresentati.
Quindi è una comunità molto varia. Molti dei presenti seguono spesso i viaggi del
Papa all’estero, quindi non sono alla loro prima esperienza, anzi alcuni sono molto
navigati, conoscono questi viaggi molto meglio di Lei. Altri sono, invece, qui per
la prima volta, perché, per esempio i brasiliani, seguono specificamente questo viaggio.
Allora, noi abbiamo pensato di accoglierLa in questo gruppo, anche con la voce di
uno di noi, o meglio una di noi, che è stata scelta – credo senza particolari problemi
di concorrenza – perché è certamente la persona che ha fatto più viaggi all’estero
con il Santo Padre: fa la gara con il dottor Gasbarri anche per il numero dei viaggi
fatti. Poi, è una persona che viene dal suo continente, che quindi può parlarLe in
spagnolo, nella sua lingua; ed è una persona – tra l’altro – che è una donna, quindi
è giusto che le diamo la voce. Io do subito la parola, allora, a Valentina Alazraki,
che è la corrispondente di Televisa da molti anni, e però è sempre giovanile, come
vede, e che tra l’altro siamo contenti di avere con noi perché poche settimane fa
si era rotta un piede e allora avevamo paura che non potesse venire. Invece, l’ha
aggiustato per tempo, si è tolta il gesso due-tre giorni fa e adesso è già sull’aereo.
Quindi, è lei che interpreta i sentimenti della comunità volante per Lei.
Valentina
Alazraki: Papa Francesco, buongiorno! L’unico merito che ho per avere il privilegio
di darLe il benvenuto è l’altissimo numero di ore di volo. Ho partecipato nel primo
volo di Giovanni Paolo II in Messico, il mio Paese. Allora ero la mascotte, ora sono
la decana: 34 anni e mezzo dopo! Per questo ho il privilegio di darLe il benvenuto.
Sappiamo dai suoi amici e collaboratori in Argentina che i giornalisti non sono precisamente
“santi della sua devozione”. Forse avrà pensato che padre Lombardi Lo abbia portato
nel recinto dei leoni… Ma la verità è che noi non siamo così tanto feroci e abbiamo
un grande piacere di poter essere suoi compagni di viaggio. Ci piacerebbe che Lei
ci vedesse così, come compagni di viaggio in questo e in tanti altri ancora. Ovviamente
siamo giornalisti e se oggi, domani o nei giorni successivi desidera rispondere a
delle domande non diremo di no, perché siamo giornalisti. Abbiamo visto che ha affidato
questo suo viaggio a Maria, andando a Santa Maria Maggiore, andrà ad Aparecida, ho
pensato a farLe un piccolo regalo, una piccolissima Vergine pellegrina perché L’accompagni
in questo pellegrinaggio e in tanti altri ancora. Casualmente si tratta della Vergine
di Guadalupe, però non per il suo essere Regina del Messico, ma perche è la Patrona
dell’America, così che nessuna Vergine se ne risentirà, né quella Argentina, né Aparecida,
né nessun’altra. Io Gliela regalo con tantissimo affetto da parte di tutti noi e con
la speranza che La protegga in questo viaggio e in tanti altri ancora.
Padre
Lombardi: E adesso diamo la parola al Santo Padre, naturalmente, perché ci
dica almeno alcune parole di introduzione a questo viaggio.
Papa Francesco: Buongiorno.
Buongiorno a tutti voi. Hanno detto – ho sentito – cose un po’ strane: “Non siete
santi della mia devozione”, “Io sono qui fra i leoni …”, ma non tanto feroci, eh?
Grazie. Davvero io non do interviste, ma perché non so, non posso, è cosi. Per me
è un po’ faticoso farlo, ma ringrazio questa compagnia. Questo primo viaggio è proprio
per trovare i giovani, ma trovarli non isolati dalla loro vita, io vorrei trovarli
proprio nel tessuto sociale, in società. Perché quando noi isoliamo i giovani, facciamo
un’ingiustizia; togliamo loro l’appartenenza. I giovani hanno una appartenenza, un’appartenenza
ad una famiglia, a una patria, a una cultura, ad una fede… Hanno un’appartenenza e
noi non dobbiamo isolarli! Ma, soprattutto, non isolarli da tutta la società! Loro
– davvero! – sono il futuro di un popolo: questo è vero! Ma non soltanto loro: loro
sono il futuro perché hanno la forza, sono giovani, andranno avanti. Ma anche l’altro
estremo della vita, gli anziani, sono il futuro di un popolo. Un popolo ha futuro
se va avanti con tutti e due i punti: con i giovani, con la forza, perché lo portano
va avanti; e con gli anziani perché loro sono quelli che danno la saggezza della vita.
E io tante volte penso che noi facciamo un’ingiustizia con gli anziani, li lasciamo
da parte come se loro non avessero niente da darci; loro hanno la saggezza, la saggezza
della vita, la saggezza della storia, la saggezza della patria, la saggezza della
famiglia. E di questo noi abbiamo bisogno! Per questo dico che io vado a trovare i
giovani, ma nel loro tessuto sociale, principalmente con gli anziani. E’ vero che
la crisi mondiale non fa cose buone con i giovani. Ho letto la settimana scorsa la
percentuale dei giovani senza lavoro. Pensate che noi corriamo il rischio di avere
una generazione che non ha avuto lavoro, e dal lavoro viene la dignità della persona
di guadagnarsi il pane. I giovani, in questo momento, sono in crisi. Un po’ noi siamo
abituati a questa cultura dello scarto: con gli anziani si fa troppo spesso! Ma adesso
anche con questi tanti giovani senza lavoro, anche a loro arriva la cultura dello
scarto. Dobbiamo tagliare questa abitudine a scartare! No! Cultura della inclusione,
cultura dell’incontro, fare uno sforzo per portare tutti alla società! E’ questo un
po’ il senso che io voglio dare a questa visita ai giovani, ai giovani nella società.
Vi ringrazio tanto, carissimi, “santi di non devozione” e “leoni non tanto feroci!”.
Ma grazie tante, grazie tante. E vorrei salutarvi, ognuno. Grazie.
Padre
Lombardi: Grazie mille, Santità, per questa introduzione così espressiva. E
adesso passano tutti a salutarla: passano di qua, così possono venire e ognuno di
loro può conoscerla, presentarsi; ognuno dica da quale testata, da quale televisione,
giornale viene. Così il Papa lo saluta e lo conosce…
Papa Francesco: Abbiamo
dieci ore…
I giornalisti passano uno per uno a incontrare il Santo Padre
Padre
Lombardi: Avete veramente finito tutti? Sì? Bellissimo! Ringraziamo veramente
di cuore Papa Francesco perché è stato, credo, per tutti noi un momento indimenticabile
e credo che sia una grande introduzione a questo viaggio. Credo che Lei si è guadagnato
un po’ il cuore di questi “leoni”, in modo tale che durante il viaggio siano dei suoi
collaboratori, cioè capiscano il suo messaggio e lo diffondano con molta efficacia.
Grazie, Santità.
Papa Francesco: Vi ringrazio davvero e vi chiedo
di aiutarmi e collaborare in questo viaggio, per il bene, per il bene; il bene della
società: il bene dei giovani e il bene degli anziani; tutti e due assieme, non dimenticate!
E io un po’ rimango come il profeta Daniele: un po’ triste, perché ho visto che i
leoni non erano tanto feroci! Grazie tante, grazie tante! Un abbraccio a tutti! Grazie!