Egitto: ancora scontri nella notte. Appello alla riconciliazione di el Baradei
In Egitto non si fermano gli scontri tra sostenitori e contestatori del deposto presidente
egiziano Mohamed Morsi. Il bilancio dei disordini delle ultime 24 ore è di circa 15
morti. Otto dei quali in seguito all’attacco ai manifestanti islamisti, accampatisi
intorno all’Università del Cairo. Prosegue anche lo scambio di accuse, tra manifestanti
e polizia, sulle responsabilità delle violenze e dell'uso di armi da fuoco. Il servizio
di Giuseppe Acconcia:
In merito alle
violenze, il vicepresidente Mohamed el Baradei, ha auspicato uno sforzo di “riconciliazione”.
Mentre, Pakinam el Sharkawi, responsabile degli affari politici dello staff presidenziale
di Morsi ha ribadito che “violenza e teppisti non metteranno fine alle manifestazioni
dei Fratelli musulmani”. In totale, secondo il ministero degli Interni, 66 persone
sono state arrestate per gli scontri degli ultimi due giorni. D’altra parte, l’Ong
per la difesa dei diritti umani Human Rights Watch ha avvertito dei rischi di violenze
contro la minoranza cristiana in Egitto. Il riferimento è all’uccisione nel Sinai
di un religioso copto, nei giorni scorsi, e all'attacco contro un villaggio nei pressi
di Luxor due giorni dopo la deposizione di Morsi. In quel caso, quattro copti sono
stati uccisi e decine di case e negozi sono state incendiate. Dal canto suo, Amnesty
International ha riferito di un sanguinoso attacco ad Hagba Nassan dove, secondo quanto
denunciato da un sacerdote, Padre Basilio, un edificio è stato preso d'assalto e quattro
uomini sono stati uccisi a coltellate. Infine, è sempre alta la tensione nel Sinai
dove, dopo le decine di morti dei giorni scorsi, è stato ucciso un poliziotto in un
agguato ad El Arish.