Bulgaria: manifestanti "assediano" parlamento a Sofia contro la corruzione nel Paese
E’ tornata la calma a Sofia, in Bulgaria, dopo l’assedio, fuori dal parlamento, dei
circa duemila manifestanti scesi in piazza contro il governo vincitore delle politiche
di primavera. Solo l’intervento della polizia ha permesso il rilascio di oltre cento
persone tra deputati, ministri e giornalisti. Il bilancio dei disordini è di 20 feriti,
tra di loro anche alcuni agenti. Nel Paese, il più povero dell’Unione Europea, le
proteste vanno avanti da oltre un mese: nel mirino, la dilagante corruzione dei politici.
Benedetta Capelli ha chiesto un commento Francesco Martino, corrispondente
a Sofia di Osservatorio Balcani e Caucaso:
R. – In questo
momento, la situazione è tranquilla, anche perché il presidente del Parlamento ha
invitato i colleghi deputati a non recarsi al lavoro finché la tensione non scemerà
ad un livello sufficiente per poter riprendere i lavori parlamentari. C’è da dire
che gli eventi di ieri sera non sono isolati ma rappresentano il culmine di una protesta
che in Bulgaria va avanti da 40 giorni: quindi, fa parte di un movimento di protesta
che in qualche modo ha monopolizzato l’attenzione dei cittadini bulgari nell’ultimo
mese e mezzo.
D. – Quali sono le motivazioni di questa protesta che si sta
protraendo da mesi, nonostante un governo sia caduto e ci siano state nuove elezioni?
R.
– Sì, innanzitutto bisogna specificare che il governo attualmente in carica, uscito
dalle elezioni anticipate di maggio, vive una situazione estremamente fragile dal
punto di vista politico, considerando che ha 120 voti su 240 in parlamento: quindi,
una maggioranza veramente difficile da gestire. Detto questo, le proteste sono state
scatenate da una nomina particolarmente controversa, cioè quella a capo dei servizi
di sicurezza, che ha interessato un deputato che è anche il proprietario del principale
gruppo mediatico bulgaro, e che hanno poi assunto un carattere sistemico. Al centro
del malcontento, c’è sia la corruzione diffusa nel Paese, ma soprattutto il modello
di organizzazione del potere, che è un modello fondamentalmente oligarchico che si
è instaurato in Bulgaria con la transizione democratica iniziata dopo la fine del
regime comunista. Un modello che per i cittadini bulgari è divenuto ormai insopportabile:
i bulgari chiedono un modello politico che dia veramente ascolto ai cittadini e che
in qualche modo sia aperto alle istanze che vengono dal basso.
D. – Quanto
ha pesato la crisi economica nell’infiammare gli animi? La Bulgaria è il Paese più
povero dell’Unione Europea…
R. – L’economia è sempre un elemento importante.
Però, in questo caso io direi che la protesta è diretta soprattutto all’organizzazione
politica del Paese, più che a quella economica. Naturalmente, le difficoltà che rimangono
non fanno che aumentare il livello di disagio.
D. – La piazza sta avendo un
ruolo centrale in Bulgaria: ci sono altre piazze del passato che stanno ispirando
quella di oggi?
R. – Direi che ci sono molti elementi di novità e anche di
originalità, in questa protesta. Alcuni riflessi del passato rimangono vivi, come
ad esempio il riflesso anticomunista. Per molti bulgari, il partito socialista – che
oggi è il cardine dell’attuale maggioranza di governo – in qualche modo continua a
essere un’emanazione del partito comunista e di quel modello monolitico di potere.
Tenderei a sottolineare soprattutto gli aspetti nuovi: innanzitutto, il fatto che
fino a ieri la protesta è stata fondamentalmente pacifica ed è stata particolarmente
originale anche nelle sue forme, rispetto alla tradizionali manifestazioni in Bulgaria.
Ci sono stati molti momenti in cui i dimostranti hanno protestato mettendo al centro
dell’attenzione – se così vogliamo dire – la fantasia nel modo di esprimersi.
D.
– C’è stato un impegno da parte di questo governo, provvedimenti che hanno riguardato
la lotta alla corruzione che è uno dei motivi fondamentali di questa protesta?
R.
– La questione è che le proteste hanno accompagnato questo esecutivo fin dalla nascita:
quindi, fondamentalmente, l’azione di governo fino ad oggi è stata estremamente limitata.
La protesta accesa e in parte anche violenta di ieri sera potrebbe segnare un punto
di svolta. Non è escluso che i cittadini bulgari possano andare nuovamente alle urne
a breve. Io direi che gli elementi per pensare ad un possibile sbocco di questo tipo,
ci sono tutti!